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191<br />

patavium e il suo territorio<br />

E ancora: «Ora il nostro storico avendo distinto il tempio nel quale appesi furono li trofei<br />

della riportata vittoria colle parole in aede Junonis veteri, egli è certo che in Padova a<br />

quell’epoca dovevano esistere più tempj dedicati alla regina degli Dei» 1039 . Più avanti lo<br />

storico spinge oltre la sua riflessione chiarendo come il testo liviano sia fonte di preziose<br />

indicazioni topografiche utili all’individuazione di un quarto luogo di culto patavino<br />

dedicato a Giunone. Egli afferma, infatti, che con l’espressione in flumine oppidi medio,<br />

Livio intendesse specificare «la parte media del tronco del fiume, che attraversava la nostra<br />

antica città, il di cui alveo, a quel tempo esser doveva molto ampio e capace per un<br />

tale spettacolo». Infatti, secondo Noale, «Né è credibile, che il nostro Livio volesse con<br />

tali parole dinotare la porzione del fiume, che scorreva d’appresso il tempio di Giunone,<br />

che sorgeva ove di poi fu edificata la chiesa di s. Agostino, demolita ai nostri giorni, perché<br />

in tal caso avrebbe chiamato superiori questo tronco di fiume, e non medio, siccome<br />

fece; ovvero l’altro che passava d’appresso all’altro tempio di Giunone, che esisteva ove<br />

ora veggiamo la chiesa di S. Antonio; poiché in questo secondo caso Livio avrebbe chiamato<br />

inferiori questo tronco di fiume, come diffatto tali sono anche al presente, essendo<br />

essi verso gli estremi della città, non nella parte media dinotata da Livio colle parole in<br />

flumine oppidi medio» 1040 . Sulla base di questi presupposti Antonio Noale ritenne che i<br />

notevoli resti archeologici individuati, tra il 1812 e il 1819 nell’area ad ovest del «tronco<br />

medio del fiume» 1041 , fossero attribuibili proprio ad un tempio dedicato a Giunone.<br />

Le scoperte archeologiche del XIX secolo, nonché l’approfondimento teorico di alcuni<br />

aspetti relativi alla ricostruzione topografica di Padova antica, fecero sì che l’ipotesi<br />

di Noale non trovasse seguito nelle generazioni successive 1042 . Ciò nonostante sia la de-<br />

1039 Noale 1827, p. 15.<br />

1040 Noale 1827, p. 50.<br />

1041 I primi ritrovamenti nella zona dell’attuale centro storico risalgono ad un periodo compreso tra la<br />

metà del XVIII secolo (1764) e il XIX (1815, 1888, 1877, 1879), a ridosso dell’antico porto fluviale tra il<br />

ponte di San Lorenzo e l’Altinate, ovvero tra il Canton del Gallo, l’Università, il Pedrocchi, la piazza Cavour,<br />

il Palazzo della Ragione e la piazza dei Frutti. Furono soprattutto gli scavi effettuati da Antonio Noale in<br />

occasione della demolizione della chiesa di San Giobbe (1812) e della costruzione del caffè Pedrocchi (1819)<br />

a permettere di individuare resti di un lastricato in trachite e diversi elementi architettonici. Altri manufatti<br />

furono messi in luce nel 1911, nel 1926 e nel 1970. Per la storia dei rinvenimenti e delle scoperte fortuite,<br />

cfr. Prosdocimi 1981, pp. 258-261.<br />

1042 Già nel 1847, per esempio, Giuseppe Furlanetto riteneva improbabile l’ipotesi di una pluralità<br />

di templi dedicati a Giunone, Furlanetto 1847, pp. XXVIII-XXIX. Secondo Pietro Selvatico i resti di<br />

colonnati e il lastricato andavano attribuiti al Foro e non ad un tempio come voleva Noale che apparteneva<br />

«a quella vecchia scuola dell’archeologia fantastica (scuola cui bastava il rinvenimento d’un embrice o di un<br />

capitello antico per incastellarvi su l’ipotesi, o, come diceasi allora, il ristauro d’un edificio colossale», Selvatico<br />

1878, p. 30. Circa la funzione delle strutture individuate nel cuore della città romana le ipotesi sono<br />

diverse. Ettore Ghislanzoni le attribuiva alla basilica e ad un portico, Ghislanzoni 1938, p. 54. Cesira Gasparotto<br />

datava stilisticamente le colonne ad età flavia e le riteneva pertinenti ad uno dei «tre mercati fluviali<br />

peristili» di Padova; gli altri due furono individuati l’uno tra Piazza dell’Università e via San Francesco (con

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