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133<br />

verona e il suo territorio<br />

sembra svolgersi senza fatti di rilievo fino alla probabile acquisizione, durante il principato<br />

di Claudio, del titolo onorifico di colonia 692 . L’occasione fu celebrata con la dedica<br />

alla gens Iulia e Claudia delle nuove facciate di una delle principali porte civiche 693 .<br />

La storia di Verona in età imperiale, se si prescinde dalla sua evoluzione economica<br />

e commerciale che le meritò l’appellativo di Magna 694 , è strettamente legata agli eventi<br />

militari, che la videro a più riprese base operativa per le truppe. Fu coinvolta, infatti,<br />

nelle lotte di successione del 69 d.C., quando i militari di parte flavia elessero Verona a<br />

quartiere generale contro i Vitelliani, come ricorda Tacito 695 . Il suo ruolo strategico la<br />

pose in prima linea anche nel corso delle prime invasioni barbariche, fatto che comportò<br />

la ristrutturazione delle mura urbiche, il cui nuovo circuito incluse anche l’anfiteatro,<br />

da parte dell’imperatore Gallieno nel 265 d.C. Un ultimo violento scontro ebbe luogo<br />

nel 312 d.C. tra Costantino e Massenzio, che si era rifugiato entro le mura della città; il<br />

terribile assedio del futuro imperatore costrinse il rivale ad una rocambolesca fuga che si<br />

concluse con lo scontro finale in campo aperto nei pressi di Roma.<br />

2. Luoghi di culto: una visione d’insieme<br />

Tra i centri presi in esame, Verona è sicuramente quello in cui la topografia del sacro<br />

appare ricostruibile con migliori risultati 696 : è nota, infatti, la collocazione nel tessuto urbanistico<br />

antico di sei luoghi di culto, l’edificazione di alcuni dei quali si pone a seguito<br />

692 Sartori 1960a, pp. 208-209, 249-250 considera poco probante il passo di Tacito relativo agli episodi<br />

del 69 d.C.: simul coloniam copiis validam auferre Vitellio in rem famamque videbatur, Tac. hist. 3.8.1.<br />

Il fatto che anche in Tac. Germ. 41.1 Augusta Vindelicorum fosse considerata come colonia pur essendo<br />

municipio e che nel III secolo d.C. Verona appaia ancora governata da quattuorviri indurrebbe, secondo<br />

la storico, a imputare l’espressione ad una imprecisione di Tacito e ad abbassare all’età di Gallieno la trasformazione<br />

istituzionale. Sull’architrave dei fornici inferiori di Porta Borsari è infatti leggibile l’iscrizione<br />

Colonia Augusta Verona nova Gallieniana, CIL V, 3329, Pais 79, ILS 544. In uno studio successivo, tuttavia,<br />

riesaminando le fonti e, in particolare, il discusso passo di Tacito, Sartori si dimostra più favorevole ad un<br />

innalzamento a colonia in età claudio-neroniana; l’iscrizione di Porta Borsari si riferirebbe ad un ‘rafforzamento’<br />

della colonia in età gallienica, Sartori 1964, pp. 361-372. Dello stesso avviso Galsterer-Kröll<br />

1972, p. 85. Diversamente Cenerini 1989, p. 54 che ritiene il mutamento costituzionale di età flavia.<br />

Per un innalzamento a colonia in età claudia, anche Cavalieri Manasse 1992, p. 36, Cavalieri Manasse<br />

1998b, p. 447. Per una rilettura dell’iscrizione, Buonopane 2008a, pp. 125-136. Cfr. anche Cavalieri<br />

Manasse, Gallina 2012, p. 75.<br />

693 All’età claudia è riferibile una generalizzata operazione di rinnovamento delle porte, Cavalieri Manasse<br />

1992, pp. 31-32, 34-36, Cavalieri Manasse 1998b, p. 450, Cavalieri Manasse 1998c, p. 459,<br />

Cavalieri Manasse, Gallina 2012, p. 75.<br />

694 Mart. 14.195.<br />

695 Tac. hist. 3.8.1.<br />

696 Una recente messa a punto della questione si deve a Bolla 2009a, pp. 3-23.

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