21.06.2013 Views

cover-Murgia_ 2013.pdf - OpenstarTs

cover-Murgia_ 2013.pdf - OpenstarTs

cover-Murgia_ 2013.pdf - OpenstarTs

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

circa al 60 a.Cr.» 1050 . Incertezze rimarrebbero, per Gasparotto, solo in merito all’evento<br />

che avrebbe determinato la distruzione del primo tempio e alla esatta localizzazione di<br />

esso entro questo settore del tessuto urbanistico antico.<br />

La studiosa avanzò inoltre l’ipotesi che Giunone costituisse l’esito romano di una<br />

divinità femminile indigena, non chiaramente identificabile con Reitia, protettrice<br />

dell’antico abitato protostorico e, nella fattispecie, di quel pagus maior che ne costituiva<br />

il cuore 1051 .<br />

Negli stessi anni Ettore Ghislanzoni, nell’ambito di uno studio su Padova romana,<br />

dedicò alcune riflessioni alla testimonianza liviana sull’aedes Iunonis vetus: «se Livio afferma<br />

che al tempo suo vivevano molti, che avevano veduto quei rostri e quelle spoglie,<br />

è evidente che quand’egli scriveva non c’erano più; e non c’era neppure il tempio in<br />

cui erano custodite, in luogo del quale ne era stato costruito uno nuovo. Per questo<br />

Livio chiama quello distrutto: tempio antico (aedes vetus)» 1052 . Grazie ad un’articolata<br />

ricostruzione degli eventi, Ghislanzoni suggerì che la demolizione del vecchio luogo di<br />

culto fosse stata causata dall’intervento di bande superstiti di Spartaco 1053 e prospettò<br />

di collocare il nuovo tempio nel foro, da lui individuato nell’area occupata dal Duomo.<br />

Secondo lo studioso, inoltre, Giunone avrebbe sostituito un’antica divinità veneta o<br />

indigena e sarebbe stata forse associata, in età augustea, al culto di Giove 1054 .<br />

Fu, tuttavia, l’ipotesi di Gasparotto a trovare maggiori consensi tra gli studiosi 1055 .<br />

Nel 1981, per esempio, in un contributo dedicato a ‘Padova preromana’, Giulia<br />

Fogolari affermava che l’aedes Iunonis sarebbe sorta, nella zona ad oriente del Meduacus,<br />

già alla fine del IV secolo a.C. e che, a ricordo della vittoria sui Laconi, avrebbe ospitato<br />

le spoglie e i trofei di guerra. Quanto al tipo di culto, in pieno accordo con la propo-<br />

1050 Gasparotto 1951, p. 18.<br />

1051 Così Gasparotto 1951, p. 18. Nella prima formulazione dell’ipotesi la studiosa aveva suggerito<br />

l’idea di una divinità bellica o legata ad un evento bellico, come indicherebbe il fregio d’armi, Gasparotto<br />

1931, p. 105.<br />

1052 Ghislanzoni 1938, p. 39.<br />

1053 Secondo lo studioso il libro X sarebbe stato composto tra il 25 a.C. e il 23 a.C., cioè quando Livio<br />

aveva dai trentaquattro ai trentasei anni. Poiché l’aedes vetus doveva essere tra gli edifici di culto maggiori<br />

della città, non è possibile che egli non l’avesse vista se fosse stato ancora attivo. Da ciò Ghislanzoni pone<br />

la distruzione del tempio tra l’80 a.C., perché quando lo storico patavino scriveva erano ancora vivi coloro<br />

che lo avevano visto «e in una città non sono molti i viventi, che hanno superato i sessant’anni» e il 50 a.C.,<br />

quando Livio aveva nove anni, troppo piccolo per conservarne il ricordo. Cfr. Ghislanzoni 1938, p. 39.<br />

1054 Ghislanzoni 1938, pp. 40, 46.<br />

1055 Si vedano, per esempio, Forlati Tamaro 1978, p. 88, Angelini, Cassatella 1980, pp. 137-138;<br />

Fogolari 1981a, p. 22; Sartori 1981, p. 103; Bosio 1981b, p. 12, secondo il quale le stipi patavine e la<br />

notizia di Livio di un’aedes vetus attesterebbero non solo la presenza di luoghi sacri e di pratiche cultuali ma<br />

anche di un’autorità religiosa di riferimento per l’intera collettività; San Pietro Montagnon 1986, p. 101,<br />

dove si sostiene l’idea dell’esistenza di due templi, uno ligneo e uno in muratura.<br />

194

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!