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219<br />

patavium e il suo territorio<br />

Da ciò deriva che il contesto ideale per individuare le possibili funzioni dei Concordiales<br />

sia proprio quello delle realtà associative. Non sembra superfluo ribadire come le<br />

associazioni siano state definite come volontarie unioni di individui per il conseguimento<br />

di un obiettivo permanente e comune, da essi liberamente assunto, in base a regole condivise.<br />

Nel caso dei collegia professionali, per esempio, lo scopo perseguito era collegato<br />

al mestiere esercitato dai soci e ne costituiva l’attività prevalente e caratterizzante ma in<br />

nessun modo esclusiva 1213 . La tendenza a distinguere nettamente tra corporazioni mercantili<br />

e artigianali e quelle a carattere territoriale e religioso è stata considerata fuorviante<br />

da Filippo Coarelli che ha precisato come «collegia a fini economici e religiosi (e in ultima<br />

istanza anche politici) coincidono spesso fra loro, e possono anche corrispondere ad associazioni<br />

su base territoriale»; «la natura di ogni collegium non potrà quindi essere determinata<br />

a priori, né basterà averne riconosciuto l’aspetto cultuale o locale per escluderne<br />

qualsiasi funzione economica» 1214 . Ciò, ovviamente, non significa che le associazioni a<br />

carattere commerciale non prevedessero l’elemento religioso, dal quale, invece, potevano<br />

trarre legittimazione e nobilitazione 1215 o che non esistessero sodalizi extra-professionali,<br />

come quelli dei sodales Fortunenses, Martiales, Geniales o i cultores Herculis o Iovis, il cui<br />

scopo aggregativo non è facilmente individuabile entro la sfera economica 1216 .<br />

Queste osservazioni credo possano valere anche per i Concordiales.<br />

Nella discussione sul rapporto tra Concordiales e seviri, seviri Augustales e Augustales,<br />

si è talvolta proposto il confronto con i Mercuriales, gli Herculanei, i Martiales 1217 , o con<br />

i Claudiales, i Neroniales, i Flaviales 1218 .<br />

1213 de Robertis 1981, pp. 3-10, Diosono 2007, pp. 5-8.<br />

1214 Coarelli 1984, pp. 466-467, con particolare attenzione al caso del collegium dei Capitolini. Così<br />

anche Diosono 2007, p. 6.<br />

1215 La divinità spesso simboleggia la professione esercitata dai membri di una associazione, come nel<br />

caso dei Mercuriales, il più antico collegium di mercanti a Roma, cfr. Coarelli 1984, pp. 466-467, Diosono<br />

2007, pp. 43-45. Altre divinità onorate dai collegia sono Hercules, Fortuna, Minerva, Ceres, Diosono<br />

2007, pp. 44-45. Si veda anche Cracco Ruggini 1973, p. 275 che indica tra le divinità onorate quelle<br />

«tipicamente popolari (non solo Lares Compitales e divinità locali, ma soprattutto Dei salutiferi o ispiratori<br />

di forza e di speranza – Hercules, Spes, Fortuna, Fides -, che solo sporadicamente risultano protettori di determinate<br />

attività professionali – Mercurius Felix, Ceres, Neptunus)».<br />

1216 Diosono 2007, pp. 47-52 «è altamente probabile che i cultores di una divinità si associassero fra<br />

loro in virtù di interessi comuni che andavano al di là di quelli religiosi e che, in parte o del tutto, intervenivano<br />

nella costituzione dell’associazione, almeno per quanto riguarda la provenienza sociale dei suoi membri.<br />

Quali fossero questi interessi materiali non è sempre dato saperlo, anche se possono essere in qualche<br />

modo sottintesi alla divinità a cui si sceglieva di tributare il culto». Così, ad esempio, i sodales Minervenses<br />

(AE 1955, 189), potrebbero essere artigiani e i cultores Herculis (CIL IX, 3857) mercanti.<br />

1217 A questo proposito, Robert Duthoy aveva proposto che gli Augustales, per intercessione dei Mercuriales,<br />

degli Herculanei, dei Martiales, dei Concordiales e di altri affini, rappresentarono, in alcuni centri legati<br />

all’augustalità, la continuazione dei magistri già noti in età repubblicana, Duthoy 1978, pp. 1292-1293.<br />

1218 zaccaria 2008b, p. 233.

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