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divinità epicoria, quanto piuttosto come una citazione colta riferita alla tradizione mitostorica<br />

attica nel quadro di una rappresentazione complessiva di vittoria sul ‘barbaro’ 1533 .<br />

La presenza ad Aquileia del dio Timavus, la cui matrice epicorica è per certi versi meno<br />

ambigua, si deve, invece, con estrema probabilità all’atto evergetico di C. Sempronius Tuditanus<br />

che duplicò la dedica al fiume sotterraneo sia nell’area delle foci sia ad Aquileia in<br />

un’area sacra fortemente connotata sul piano dell’ideologia trionfale 1534 . Un’introduzione<br />

mediata dal potere politico che potrebbe spiegare la ragione per la quale questa divinità<br />

‘territoriale’ risulta molto scarsamente attestata dopo l’inizio del I secolo a.C.<br />

2.2 Il cosiddetto tempio ‘Gallet’ e il culto di Fortuna<br />

Un caso apparentemente poco problematico è quello offerto dal cosiddetto tempio<br />

‘Gallet’, l’unico contesto sacro archeologicamente indagato ad Aquileia e del quale si<br />

conosce l’esatta ubicazione 1535 .<br />

Le strutture sono state individuate tra il 1962 e il 1963, nel corso di uno scavo di<br />

emergenza, del quale rimangono uno schizzo planimetrico piuttosto sommario e delle<br />

sezioni quasi illeggibili 1536 . Se ne deduce l’esistenza di un fabbricato rettangolare (13,5<br />

x 29,35 metri), orientato in senso est/ovest, con muri perimetrali dello spessore di 1,1-<br />

1,25 metri sui lati lunghi e di 0,8 metri sui lati brevi, con fondazioni in conglomerato e<br />

alzato in mattoni; a distanza di 5,6 metri dal muro perimetrale orientale e parallelo ad<br />

esso è riconoscibile un altro muro. Nei paramenti laterizi fu rinvenuto un mattone con<br />

bollo TI.NVCI, databile a non prima della seconda metà del I secolo a.C. 1537 , mentre<br />

in corrispondenza dei muri, demoliti in antico, si raccolsero frammenti di intonaci e<br />

stucchi a rilievo, alcuni dei quali decoravano delle colonne 1538 .<br />

Se comune accordo c’è stato nel ritenere le caratteristiche planimetriche dell’edificio<br />

compatibili con quelle di un tempio prostilo privo di podio 1539 , l’analisi dei materiali<br />

1533 Il dio Borea, di origine tracia, era divinità protettrice di Atene e simbolo dell’egemonia marittima<br />

ateniese, cfr. Neuser 1982, p. 77, Culasso Gastaldi 1986, pp. 31-33, Fontana 1997a, p. 35.<br />

1534 Per un’analisi delle ragioni del console e sul suo profilo culturale, cfr. Fontana 1997a, pp. 50-52<br />

con ricca bibliografia di riferimento.<br />

1535 Sul ‘Tempio Gallet’ si vedano, in generale, Bertacchi 1964, p. 258, n. 3, Strazzulla Rusconi 1977,<br />

pp. 96-99, 106-113, Strazzulla Rusconi 1982, pp. 102-103, Fontana 1997a, pp. 124-136, Bertacchi 2003,<br />

tavv. 17, 18, Verzár Bass 1998, p. 213, Tiussi 2009a, pp. 394-395, Maselli Scotti, Tiussi 2009, p. 127.<br />

1536 AMA, n. 8/143 e 8/115. Sullo scavo Bertacchi 1964, p. 258, n. 3, Strazzulla Rusconi 1977,<br />

pp. 106-113, Strazzulla Rusconi 1982, p. 103, Fontana 1997a, p. 125.<br />

1537 Gomezel 1996, pp. 37, 45, 58, 63, 72, 82, 93, Fontana 1997a, p. 125.<br />

1538 Bertacchi 1964, p. 258. Secondo Fontana 1997a, p. 126, nt. 572 la presenza di elementi pertinenti<br />

alla decorazione di colonne confermerebbe l’interpretazione dell’edificio come templare.<br />

1539 Cfr. da ultimo Tiussi 2009a, p. 395. Le proporzioni non sono molto distanti da quelle di ognuno<br />

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