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Appendici - CNR

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€<br />

IndIrIzzI e crIterI per la mIcrozonazIone sIsmIca III Schede tecniche [ 100<br />

]<br />

3.1.10.5 utilizzaBilità Della ClaSSifiCaziOne SiSMiCa e Di altri tiPi<br />

Di ClaSSifiCaziOne Per POlitiChe Di riDuziOne Del riSChiO<br />

come detto, la normativa tecnica non richiede più una classificazione sismica dei comuni ai fini della deter-<br />

minazione della azione sismica. a livello normativo, ne viene previsto l’uso solo ai fini dei controlli sulla pro-<br />

gettazione edilizia e per limitazioni sull’uso di determinate tecnologie.<br />

la necessità di dover classificare il territorio secondo ordini differenziati rimane invece come istanza legata alle<br />

modalità e priorità di intervento sul territorio, spesso legate al miglior uti lizzo di risorse economiche limitate.<br />

la predisposizione di studi di ms può richiedere una classificazione del territorio, nel momento in cui venga<br />

intesa come parte integrante degli strumenti finalizzati alla riduzione del rischio sismico. tali strumenti po-<br />

tranno avere fra le finalità:<br />

•<br />

•<br />

•<br />

la definizione di priorità di intervento fra vari comuni, specialmente nel momento in cui il contesto territoriale<br />

è riferito a un piano di area vasta o alla pianificazione di emer genza provinciale;<br />

la definizione di politiche finalizzate alla migliore applicazione della normativa tecnica, ne gli interventi<br />

sull’esistente e negli interventi attuativi diretti (nuove costruzioni);<br />

l’individuazione di graduatorie per la distribuzione di risorse.<br />

a tal fine è bene evidenziare che una classificazione del territorio dovrà essere condotta sulla base di parametri<br />

scelti in funzione di tali finalità. per cui non necessariamente un unico para metro di pericolosità potrà<br />

essere esaustivo del grado di sismicità e non necessariamente la sola pericolosità potrà essere sufficiente per<br />

stabilire priorità e graduatorie66 .<br />

a titolo esemplificativo, si riportano due esempi applicati nel recente passato in Italia.<br />

Il primo riguarda una delle prime azioni finalizzate alla predisposizione di un programma na zionale di previsione<br />

e prevenzione del rischio sismico, che si è concretizzata nel 1996, quando venne predisposta una carta del rischio<br />

sismico del territorio nazionale in cui si stimarono le perdite attese in termini di popolazione e patrimonio<br />

abitativo. tale carta servì di base per la predisposizione di una prima graduatoria di rischio dei comuni italiani<br />

necessaria al varo di una prima iniziativa a sostegno dell’intervento di miglioramento delle caratteristiche di<br />

resistenza degli edifici privati nei confronti del terremoto, prevista dalla legge finanziaria del 199767 .<br />

per la definizione della graduatoria è stato utilizzato il seguente indice di rischio (ordinanza del ministro dell’interno<br />

12 giugno 1988, n. 2788):<br />

I rischio = pc<br />

pcmax<br />

× 2 pd<br />

+ ×<br />

3 pdmax<br />

1<br />

3<br />

dove:<br />

pc percentuale di popolazione residente in abitazioni crollate<br />

66 “Il criterio di classificazione dovrebbe rispondere ai seguenti requisiti:<br />

• essere basato su indicatori di pericolosità meglio correlati al danneggiamento di quanto non sia il picco di accelerazione;<br />

• consentire di mettere in evidenza le differenze tra sito e sito nel rapporto tra probabilità di eccedenza,dell’indicatore di scuotimento scelto,corrispondente alla soglia di inizio del danno e la soglia del<br />

collasso, per un edificio standard con vulnerabilità corrispondente al livello di protezione che si deciderà di assumere;<br />

• deve essere richiesto di esplicitare le motivazioni delle scelte di classificazione operate;<br />

• deve consentire di rendere esplicito il livello di rischio accettato sia rispetto al danneggiamento,sia rispetto alla sicurezza delle persone”.(Politecnico di Milano,2006).<br />

67 I dati sono stati diffusi nel Cd-rom Rischio sismico 2001 allegato anche in Lucantoni et al., (2002). Un aggiorna mento con i dati Istat al 2001 è pubblicato su DPC (2006) e su Bramerini, F. e Di Pasquale,<br />

G. (2008) - Aggiornamento delle mappe di rischio sismico in Italia. Ingegneria Sismica, XXV, 2, 5-23. Statistiche di sintesi sul rischio sismico vengono pubblicate a cura del DPC sulle Statistiche ambientali<br />

dell'Istat.

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