Appendici - CNR
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IndIrIzzI e crIterI per la mIcrozonazIone sIsmIca III Istruzioni tecniche [ 262 ]<br />
di un sito utilizzando il rumore ambientale (microtremore, ov vero rumore ambientale a corto periodo)<br />
nell’ipotesi che lo spettro della componente verticale simuli quello di un rumore bianco.<br />
attraverso un sistema di acquisizione composto da un sensore a tre componenti (verticale, est-ovest<br />
e nord-sud), da un convertitore analogico digitale e da un Gps si registrano finestre di rumore am-<br />
bientale dalle quali è possibile elaborare i rapporti H/V. tali rapporti presentano un comportamento<br />
differente a seconda del sito considerato, mostrando a seconda dei casi un picco di amplificazione<br />
in corrispondenza della frequenza fondamentale del sito.<br />
è importante sottolineare come in contesti geologico-tecnici semplici la tecnica nakamura for nisca<br />
l’esatto valore della frequenza fondamentale, dimostrando peraltro che essa dipende da alcune<br />
caratteristiche dei litotipi di indagine; tra le più importanti si ricordano lo spessore delle coltri di<br />
copertura e i differenti parametri geotecnici e geofisici che definiscono il contrasto tra i litotipi.<br />
pare ormai chiaro, invece, come questa tecnica sperimentale, nella maggior parte dei casi, non consenta<br />
l’individuazione di eventuali fenomeni di amplificazione topografica e di effetti di am plificazione<br />
bidimensionale (es. effetti di bacino). I valori di amplificazione ottenuti dall’analisi di misure di microtremore<br />
(rumore ambientale a corto periodo inferiore a 5 secondi) in un’area di indagine, elaborate<br />
con la tecnica sopra descritta, devono essere interpretati in relativo, ov vero riconoscendo quali<br />
siti amplificano più di altri in funzione delle misure effettuate, senza però poter definire quale sia<br />
l’amplificazione “assoluta” su ogni sito.<br />
In altre parole, la stima dell’effetto di amplificazione locale attraverso la metodologia nakamura<br />
risulta comunque incompleta in quanto il metodo è potenzialmente in grado di fornire informazioni<br />
relative alla frequenza di risonanza di un sito.<br />
recenti studi (lermo e chavez-Garcia, 1993; lachet e Bard, 1994; Bard, 1998; Bindi et al., 2000;<br />
parolai et al., 2002; parolai et al., 2004) hanno dimostrato che per ottenere il valore re ale dell’amplificazione<br />
è necessario effettuare il calcolo dei rapporti spettrali sui terremoti; que sto perché durante<br />
un evento sismico il terreno viene sollecitato in maniera differente, essendo coinvolti differenti tipi di<br />
onde sismiche, rispetto al rumore ambientale che si ipotizza essere caratterizzato dalle sole onde<br />
superficiali, generate da sorgenti locali ed escludendo qualsiasi sorgente profonda.<br />
di seguito verrà discussa in dettaglio la tecnica, con l’intento di porre in risalto i principali vantaggi,<br />
limitazioni e potenzialità di questa metodologia.<br />
3.4.3.7.2<br />
Schema esecutivo della prova e processing dei dati<br />
tralasciando la descrizione dei concetti teorici alla base del metodo, peraltro già ampiamente illu-<br />
strati nella letteratura specializzata, è importante focalizzare l’attenzione sulle procedure operative<br />
necessarie per una corretta acquisizione e analisi dei dati.<br />
al fine di effettuare campagne di misura sperimentali necessarie per la determinazione della rispo-<br />
sta sismica locale è indispensabile, infatti, definire delle linee guida che descrivano la pro cedura di<br />
installazione, registrazione ed elaborazione dei dati in modo da ottenere risultati (ov vero rapporti<br />
H/V) analiticamente corretti.<br />
all’interno di una analisi di microzonazione oltre alle linee guida necessarie per la ricostruzione<br />
geologico-tecnica e la caratterizzazione geomeccanica (indagini sismiche in foro, prove down-Hole,