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Appendici - CNR

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IndIrIzzI e crIterI per la mIcrozonazIone sIsmIca III Schede tecniche [ 26<br />

]<br />

3.1.2<br />

3.1.2.1<br />

FRANE SISMOINDOTTE<br />

intrODuziOne<br />

Gli studi condotti sull’occorrenza di frane sismoindotte nel corso dei più recenti eventi sismici, mettono<br />

in luce che la suscettività alla instabilità è pressoché uniforme nei diversi contesti ge ologici e sismo-<br />

tettonici del mondo (sitar, 2001; Keefer, 2002). In alcuni terremoti, le conse guenze catastrofiche in<br />

termini sia economici che di vite umane dovute alle frane sismoindotte, hanno di gran lunga superato<br />

quelle derivanti dallo scuotimento in sé (es. mount Huascaran, perù 1970; el salvador, 2001). Benché<br />

i terremoti possano innescare qualunque tipo di frana, quelle relativamente più abbondanti sono le<br />

frane superficiali in coltri detritiche e i crolli (Keefer, 1984). le frane profonde e di grandi dimensioni<br />

sono in genere più rare, necessitando di contenuti energetici e, soprattutto, di basse frequenze, usual-<br />

mente associati a grandi terre moti profondi.<br />

Il primo terremoto storico con frane sismoindotte storicamente ben documentato è un terre moto di<br />

area italiana, e si riferisce alla nota sequenza dei terremoti delle serre calabresi del 1783 (sarconi,<br />

1784). a partire dalla metà del XX secolo, la disponibilità crescente di informa zioni provenienti dal te-<br />

lerilevamento, ha portato a incrementare in modo esponenziale le in formazioni relative alle instabilità<br />

dei versanti dovute ai terremoti. l’avvento poi negli anni ’90 dei GIs, ha incrementato la possibilità di<br />

localizzare geograficamente e di mappare corretta mente le frane censite, con aumento del dettaglio<br />

delle informazioni oggi disponibili al ri guardo. tuttavia, malgrado i notevoli passi in avanti compiuti<br />

nel recente passato, persistono ancora molte incertezze sulle relazioni causa-effetto come pure sulla<br />

predisposizione dei diversi ambienti geomorfologici; queste incertezze, unitamente alla rilevanza che<br />

detti fenomeni pos sono avere in termini di conseguenze per le popolazioni e le attività coinvolte, rendono<br />

neces sario ogni sforzo possibile per anticiparne la possibile occorrenza e le relative conseguenze.<br />

3.1.2.2<br />

valutaziOne Delle COnDiziOni Di PreDiSPOSiziOne<br />

Un aspetto importante per la valutazione del potenziale di sismoinduzione, è il riconoscimento del tipo di<br />

frana causato dal terremoto. Keefer (1984), esaminando un datatabase di 40 terre moti avvenuti nel mondo<br />

durante lo scorso secolo, ha redatto una tabella dell’abbondanza re lativa di frane sismoindotte, insieme<br />

agli ambienti geologici tipici di ognuna. Questa tabella può servire per una prima selezione delle aree dove<br />

certe fenomenologie possono o meno prodursi in occasione di eventi sismici. In aggiunta, gli elementi da<br />

prendere in considerazione per una prima selezione di aree potenzialmente instabili debbono essere:<br />

•<br />

•<br />

•<br />

la presenza di frane, anche se inattive nelle condizioni morfoclimatiche correnti;<br />

la presenza di formazioni geologiche, nell’area studiata, notoriamente affette da frano sità;<br />

la presenza di elementi morfologici suscettibili, quali versanti acclivi, orli e bordi di scar pate, zone in<br />

forte stato di erosione, come pure la presenza di terreni sciolti o a ele vato grado di fatturazione su pendii<br />

prossimi all’angolo di natural declivio.<br />

Unitamente alle condizioni geologiche va ovviamente valutata anche l’entità della forzante si smica, che<br />

dipende dall’energia rilasciata alla sorgente (magnitudo) e dalla distanza sito-sor gente che determina<br />

l’attenuazione delle onde sismiche. al riguardo lo stesso Keefer (1984) ha predisposto una serie di abachi<br />

magnitudo-distanza, per diverse tipologie di frane, che possono dare un’idea della massima distanza dalla<br />

sorgente dei terremoti a cui certe fenomenologie possono verificarsi.

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