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Appendici - CNR

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appendIcI III Schede tecniche<br />

dissipano le sovrapressioni in eccesso. alla dissipazione delle pressioni interstiziali si ac compagnano<br />

deformazioni volumetriche permanenti.<br />

Il comportamento sismico ad alti livelli deformativi e il comportamento post-sismico sono go vernati<br />

dal rapporto che si stabilisce tra la resistenza non drenata S u e lo sforzo di taglio statico τ st mobilitato<br />

prima del terremoto. se è S u > τ st il comportamento post-sismico è “‘stabile”; se S u < τ st l’equilibrio<br />

non è più possibile e si ha instabilità. Il tempo di dissipazione delle pressioni interstiziali e i processi<br />

di consolidazione post-sismica sono governati dalla permeabilità del mezzo.<br />

per la crescente complessità delle leggi costitutive e dei modelli che devono essere impiegati quando<br />

il terreno si approssima alla condizione di rottura, nella pratica si distinguono tre prin cipali categorie<br />

di problemi, per la cui soluzione vengono impiegati differenti modelli di riferi mento e diversi metodi<br />

di analisi geotecnica:<br />

a. i casi in cui i livelli deformativi prevedibili sono bassi o medi (inferiori alla soglia volume trica, γ ); v<br />

b. i casi in cui i livelli deformativi che possono essere raggiunti durante i terremoti sono ele vati<br />

e prossimi ai valori di collasso (superiori cioè alla soglia volumetrica, γ ); v<br />

c. i casi in cui interessa esclusivamente il comportamento a rottura.<br />

nel caso a. (in cui rientrano i problemi di amplificazione della risposta sismica locale dei terreni stabili)<br />

la valutazione della risposta del deposito alle azioni sismiche può essere affrontata con analisi<br />

lineari equivalenti (o anche non lineari) in termini di pressioni totali, considerando il terreno come<br />

un materiale monofase; i modelli di calcolo richiedono la conoscenza dei seguenti parametri: G , D 0 0<br />

e le leggi G(γ) e D(γ).<br />

In tal caso la legge sforzi-deformazioni che si ottiene in condizioni di carico dinamico monotono (curva<br />

dorsale) può essere assunta come riferimento anche per le analisi dinamiche. nel caso b. (in cui rientrano<br />

i problemi di amplificazione della risposta sismica nei depositi potenzial mente liquefacibili o<br />

nei depositi normalconsolidati soffici) l’analisi della risposta sismica locale deve essere condotta con<br />

modelli non lineari in termini di pressioni efficaci tenendo conto dell’accoppiamento tra le fasi e tra le<br />

deformazioni distorsionali e volumetriche, e distinguendo inoltre tra i comportamenti dei terreni a grana<br />

fine e quelli dei terreni a grana grossa. In tale caso, per la definizione della legge sforzi-deformazioni<br />

del terreno, occorre, oltre alla cono scenza di G , D , l’identificazione delle leggi di variazione G(γ, N) e<br />

0 0<br />

D(γ, N), della legge di va riazione della pressione interstiziale con il numero dei cicli u(N), e della legge<br />

di riduzione della resistenza ciclica τ(N). nel caso c. (in cui rientrano i problemi della stabilità dei pendii<br />

e delle fondazioni), si fa direttamente riferimento alla condizione ultima, mettendo però in conto il<br />

de cadimento della resistenza attraverso un parametro di degradazione δ = N-t dove N è il numero dei<br />

cicli equivalenti del terremoto (proporzionale alla magnitudo) e t un indice di degradazione che dipende<br />

dall’indice di plasticità IP e dal grado di sovraconsolidazione OCR.<br />

3.1.1.4<br />

Dati, MetODi, riSultati<br />

per la previsione della risposta sismica locale e per lo studio della stabilità dei depositi e dei pendii<br />

in condizioni sismiche e post-sismiche occorre disporre di una legge costitutiva sforzi-deformazioni<br />

capace di interpretare a ogni passo della sequenza sismica i comportamenti più salienti del terreno.<br />

occorre inoltre precisare i valori dei parametri dinamici richiesti dalla legge costitutiva e dai codici<br />

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