Appendici - CNR
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appendIcI III Istruzioni Schede tecniche<br />
[ 179 ]<br />
complementari, ad esempio attraverso l’elaborazione dei dataset sismici relativi a prove down-Hole<br />
secondo la metodologia Vsp (Vertical Seismic Profiling). a tal fine è determinata la scelta, esplicitata<br />
negli specifici para grafi, di utilizzare particolari e specifiche modalità di acquisizione, nonché differenti<br />
metodi di interpretazione.<br />
sempre in quest’ottica, sia le indagini sismiche a rifrazione, sia le prospezioni in foro con tec nica down-<br />
Hole, dovranno consentire una ottimale taratura e un confronto con i risultati otte nuti dalle indagini<br />
geognostiche e geotecniche. ciò per consentire, altresì, la ricostruzione di un modello geologico di<br />
sottosuolo significativo e rappresentativo dell’area in esame.<br />
3.4.3.1.1<br />
Caratterizzazione dei terreni a bassi livelli di deformazione<br />
la parametrizzazione dinamica dei terreni costituisce, com’è noto, un aspetto fondamentale nell’ambito<br />
degli studi per la risposta sismica locale. più in particolare, la misura della velocità delle onde di taglio<br />
(V s ), consente la determinazione di un’importante caratteristica meccanica del terreno: la rigidezza ini-<br />
ziale (G 0 o G max ), in altre parole la rigidezza a livelli di deformazione molto bassi. tale parametrizzazione<br />
può essere ottenuta attraverso differenti tecniche: misure delle onde di corpo dalla superficie, delle<br />
onde superficiali, attraverso prove in foro tipo down-Hole e cross-Hole, mediante metodi passivi basati<br />
sul rumore ambientale, mediante misure di laboratorio su campioni prelevati durante l’esecuzione di<br />
sondaggi meccanici, tramite prove geotecniche in sito. essendo V s un parametro molto complesso e<br />
funzione di numerosi fattori, molta cura deve essere impiegata nella sua misura, scegliendo, in base<br />
al contesto geologico, la metodologia più adatta e considerandone applicabilità e limiti.<br />
per quanto riguarda le principali proprietà dinamiche dei terreni, è opportuno premettere che la complessa<br />
natura e geometria dei meccanismi di generazione e propagazione di onde sismiche nel sottosuolo<br />
e l’altrettanto complessa risposta del terreno alle sollecitazioni dinamiche deri vanti, sembrerebbero<br />
pregiudicare la trattabilità del problema della risposta sismica locale. Il problema va affrontato, quindi,<br />
operando una serie di necessarie riduzioni e semplificazioni, in termini sia di azioni sia di risposta<br />
del materiale. tenuto conto che per sottosuoli naturali, a causa della rapidità delle azioni e del fatto<br />
che essi possano essere per gran parte sotto falda, ci si trova in condizioni di drenaggio impedito, il<br />
fenomeno sismico produce deformazioni volu metriche trascurabili, rispetto a quelle distorsionali. per<br />
questo appare giustificato ricondurre la modellazione meccanica di un fenomeno sismico all’analisi<br />
degli effetti prodotti da un insieme di onde s, che si propagano dal substrato alla superficie, con un<br />
campo di spostamenti del terreno praticamente orizzontale. l’assunzione è oltretutto validata dal<br />
fatto che, da un punto di vista ingegneristico, il moto più significativo ai fini della verifica sismica dei<br />
manufatti è quello orizzontale.<br />
In tal senso, a livelli di deformazione bassi, è assunta l’ipotesi che il terreno in esame presenti un<br />
comportamento tensione-deformazione di tipo elastico lineare (deformazioni inferiori a 10-3 %).<br />
In base ai valori di velocità di propagazione delle onde p (V P ) delle onde s (V s ) e delle onde di rayleigh<br />
(V ) si determinano, con riferimento alla teoria dell’elasticità, alcune delle proprietà meccaniche del<br />
R<br />
mezzo attraversato quali:<br />
• il modulo di deformazione a taglio G0; • il modulo di Young E;