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Appendici - CNR

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IndIrIzzI e crIterI per la mIcrozonazIone sIsmIca III Schede tecniche [ 62<br />

]<br />

Il bacino di Gubbio è stato identificato come test-site nell’ambito del progetto sismologico s3 commis-<br />

sionato all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia dal dpc. In tale ambito sono state installate,<br />

in tempi successivi, tre reti temporanee di stazioni sismiche lungo transetti ortogonali e longitudinali<br />

rispetto al bacino, e in geometrie bidimensionali. Una stazione instal lata su roccia a circa 1 km dal<br />

bordo orientale del bacino ha funzionato come sito di riferimento per tutta la durata dell’esperimento.<br />

durante i mesi di acquisizione sono stati registrati molti eventi di piccola magnitudo, sia locali sia<br />

regionali, che hanno consentito la valutazione della funzione di amplificazione e delle sue variazioni<br />

lungo il bacino. è stato possibile anche indivi duare le frequenze di risonanza e quindi risalire alla<br />

determinazione della profondità del bacino sotto le stazioni dell’array. I risultati ottenuti (cara et al.,<br />

2006) potranno essere utilizzati per costruire un modello tridimensionale del bacino da usare per<br />

modellazioni numeriche del suo comportamento tramite tecniche alle differenze finite.<br />

nel territorio comunale di cerreto di spoleto (pG) è attiva dalla fine degli anni ‘80 una rete ac-<br />

celerometrica locale gestita dall’enea, finalizzata ad analizzare le variazioni del moto del ter reno a<br />

seguito di particolari condizioni geo-morfologiche e le conseguenti implicazioni sul com portamento<br />

delle strutture durante un terremoto. Il sito, con il centro storico arroccato su una dorsale carbo-<br />

natica e l’area di espansione nell’adiacente fondovalle, può essere considerato rappresentativo di<br />

situazioni analoghe ricorrenti nell’area appenninica ed è di particolare inte resse in quanto presenta<br />

numerose condizioni potenzialmente predisposte a effetti di amplifi cazione locale.<br />

la rete accelerometrica ha ottenuto varie registrazioni durante la crisi sismica dell’Umbria-mar che<br />

del 1997-98 (clemente et al., 2000). nella stessa area sono state condotte, nel periodo 1999-2001, una<br />

serie di indagini geofisiche e, in particolare, sono state installate 2 reti veloci metriche temporanee,<br />

finalizzate all’analisi della risposta sismica locale, che hanno complessi vamente registrato una qua-<br />

rantina di eventi weak motion. l’analisi dei risultati ha portato a evidenziare: 1) nel fondovalle, oltre<br />

all’attesa amplificazione 1d del materasso alluvionale sul bedrock, effetti amplificativi (martino et<br />

al., 2003) collegabili a contatti tra litologie con diffe renti caratteristiche fisico-meccaniche (travertini<br />

sepolti nelle alluvioni); 2) in dorsale, un ef fetto di amplificazione accelerometrica legata alla varia-<br />

zione dello stato di fratturazione dell’ammasso roccioso in zona di faglia (martino et al., 2006).<br />

3.1.6.6<br />

COnSiDeraziOni riaSSuntive<br />

l’utilizzo di dati strong motion ai fini di una ms rappresenta uno strumento estremamente utile in<br />

quanto consente di stimare in maniera diretta il comportamento differenziale dei siti su cui sono<br />

installati gli strumenti di registrazione e, quindi, valutare le amplificazioni locali nel caso i siti scelti<br />

siano effettivamente rappresentativi delle variazioni delle caratteristiche dei terreni nell’area in<br />

studio. la più grossa limitazione che tale metodo implica è che raramente, durante installazioni<br />

strumentali temporanee, è possibile registrare eventi di magnitudo elevata, visto il lungo periodo di<br />

ritorno che li contraddistingue. Generalmente, quindi, si è obbligati all’utilizzo di eventi di piccola<br />

magnitudo. le funzioni di amplificazione calcolate da eventi weak motion tendono però in molti casi<br />

a sovrastimare le ampiezze di amplificazione e a spostarle verso frequenze più elevate, fornendo<br />

stime a volte troppo conservative e a volte poco realistiche, soprattutto su terreni a forte compor-

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