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Appendici - CNR

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appendIcI III Schede tecniche<br />

ai lati del modello è invece possibile imporre unicamente contorni di tipo elementare (cerniere e carrelli).<br />

poiché l’energia che giunge a questi confini viene completamente riflessa, la perdita per radiazione può<br />

essere simulata solo tramite un adeguato allontanamento dei confini dalla regione. la non linearità del<br />

terreno viene tenuta in conto attraverso l’esecuzione di analisi li neari equivalenti. Il modulo di taglio e il<br />

rapporto di smorzamento sono aggiornati in funzione del livello della deformazione tangenziale γ indotta<br />

dalle sollecitazioni sismiche.<br />

3.1.7.3.2<br />

SPEM2D<br />

lo spem2d (priolo 2001, 2003) è una tecnica agli elementi finiti di alto ordine, che risolve la formulazione<br />

variazionale dell’equazione dell’elastodinamica in due dimensioni. Il dominio spa ziale è decomposto in<br />

elementi quadrangolari, adiacenti ma disgiunti; in ogni sottodominio la soluzione del problema varia-<br />

zionale è espressa sotto forma di espansione in polinomi ortogo nali di chebyshev troncata, analoga-<br />

mente a quanto fatto nei metodi spettrali classici. all’in terno di ogni elemento il materiale è supposto<br />

omogeneo. alle frontiere tra gli elementi è im posta la condizione di continuità degli spostamenti. la<br />

condizione di contorno di superficie li bera è ottenuta semplicemente non imponendo alcun vincolo ai<br />

nodi sul contorno. le condi zioni di radiazione sono ottenute applicando ai bordi esterni del modello,<br />

delle fasce assorbenti in cui l’onda viene progressivamente attenuata. l’attenuazione del mezzo è<br />

definita moltipli cando a ogni passo temporale l’intero campo per una funzione spaziale che ne riduce<br />

l’am piezza. rispetto ad altri programmi basati sul metodo degli elementi finiti, all’interno del codice<br />

spem2d sono implementati vari modi di generare il campo d’onda, che includono sorgenti puntuali<br />

(di pressione, torsione, doppia coppia, ecc.) e onde piane a tratti. la sorgente è intro dotta nel modello<br />

attraverso un campo di forze, la cui ampiezza è funzione del tempo. per mo dellare sorgenti di terremoto<br />

è utilizzato un modello di dislocazione semplice puntuale (modello di doppia coppia), che attraverso<br />

somme di sorgenti elementari può essere utilizzato per cre are una sorgente estesa o in movimento.<br />

Va ricordato che l’approccio 2d è applicabile se il problema reale soddisfa almeno in una certa misura<br />

delle ipotesi di simmetria 2d. ciò significa che sia la struttura del mezzo (modello di velocità), sia la<br />

sorgente dovrebbero prolungarsi omogeneamente nella direzione ortogonale al piano del modello.<br />

3.1.7.3.3<br />

FLAC-4.0<br />

tra i modelli alle differenze finite il codice di calcolo più diffuso è Flac-4.0 (Itasca, 2002; 2005). Il<br />

codice, sviluppato inizialmente per le applicazioni di ingegneria geotecnica e minera ria in campo<br />

statico, con la recente introduzione del modulo dinamico, è stato esteso alla solu zione di problemi di<br />

risposta sismica locale.<br />

I materiali vengono rappresentati da elementi quadrilateri, o zone, che formano una mesh che può<br />

essere configurata dall’utente in modo da modellare contatti stratigrafici e morfologie su perficiali<br />

anche complesse e irregolari. a ciascuna zona si assegnano le proprietà fisiche e mec caniche che ne<br />

caratterizzano il comportamento nell’analisi. I vertici di ogni zona costituiscono i nodi della griglia.<br />

I metodi alle differenze finite come quelli agli elementi finiti traducono un sistema di equazioni differen-<br />

ziali in un sistema di equazioni algebriche. se i metodi agli elementi finiti hanno come punto centrale<br />

la definizione delle funzioni di forma che descrivono la variazione delle gran dezze che interessano il<br />

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