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Appendici - CNR

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appendIcI III Schede tecniche<br />

un quadro territoriale di base (cartografie di base, censimento di oggetti presenti sul territorio, quali<br />

distribuzione della popolazione, attività produttive, infrastrutture, servizi essen ziali, risorse sanitarie,<br />

strutture di volontariato, ecc.). Un secondo gruppo di dati è costituito più propriamente da quanto può<br />

essere utilizzato per la messa a punto degli scenari di danno, su cui dimensionare le risorse e le ope-<br />

razioni da predisporre in emergenza.<br />

Questo insieme di dati può pensarsi organizzato logicamente realizzando delle analisi di:<br />

• pericolosità (incluso indagini di microzonazione);<br />

• vulnerabilità;<br />

• esposizione.<br />

sotto il profilo metodologico, in entrambi i casi descritti al paragrafo precedente, il percorso lo gico che<br />

si segue nella valutazione dello scenario è schematizzabile nei seguenti passi:<br />

• stima delle caratteristiche degli eventi sismici da considerare;<br />

• stima della consistenza degli elementi a rischio e della loro propensione al danno (vulnera bilità);<br />

• stima delle conseguenze dell’evento sismico in termini di danno apparente;<br />

• stima delle perdite conseguenti al danno in termini economici e di vite umane.<br />

Un aspetto metodologico importante relativo alla valutazione di uno scenario è poi rappresen tato dalla<br />

quantificazione delle incertezze insite nelle stime effettuate. ciò significa almeno es sere in grado di<br />

quantificare l’errore massimo associato alla stima, ovvero definire dei lower bound e upper bound.<br />

nella simulazione di un evento sismico, infatti, si possono individuare molte fonti di incertezza nei<br />

parametri considerati alla base dell’analisi, che vanno dalla definizione dei parametri d’evento, alla<br />

individuazione dei parametri di attenuazione del moto, alla valutazione di effetti locali, alla valutazione<br />

dell’edificato in termini di consistenza e vulnerabilità, alle correlazioni con il danno atteso, alle persone<br />

presenti nelle abitazioni, ecc..<br />

ciò implica che la perdita dovuta a un evento sismico non è valutabile in maniera determini stica, ma<br />

va considerata come una variabile aleatoria. pertanto in approcci più sofisticati tale variabile va caratterizzata<br />

da una distribuzione di probabilità, che consenta di definire l’intervallo di oscillazione della<br />

perdita. In questo approccio metodologico va tenuto in conto che l’incertezza nella valutazione della<br />

perdita è legata sia a fattori che sono intrinsecamente aleatori, sia a fattori di “ignoranza” (mancanza<br />

di dati, carenze di modellazione,…) per i quali l’acquisizione di maggiori conoscenze conduce a una<br />

riduzione della loro dispersione e quindi a una riduzione dell’incertezza nella valutazione della perdita.<br />

la valutazione del livello di in certezza associato a una stima implica quindi l’individuazione delle possibili<br />

fonti di incertezza, distinguendo quelle eliminabili o riducibili attraverso un miglior approccio al<br />

problema da quelle non eliminabili, insite nel fenomeno in quanto tale. è chiaro che una valutazione<br />

di questo tipo conduce a un risultato di maggior qualità rispetto alla stima espressa soltanto con un<br />

valore medio. di contro, sicuramente si pone un problema di “comunicabilità” nei confronti di even tuali<br />

utenti esterni, per i quali un “intervallo di confidenza” può creare dei problemi di inter pretazione.<br />

naturalmente, fermo restando il percorso logico delineato, il livello di risoluzione di un’analisi di scenario<br />

può significativamente differire in relazione alla scala di riferimento cui si sceglie la vorare. a tale<br />

proposito va altresì sottolineato che gli scenari così come le conseguenti pianifi cazioni di emergenza<br />

vanno predisposti ai diversi livelli di responsabilità e dettaglio territoriale.<br />

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