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Appendici - CNR

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IndIrIzzI e crIterI per la mIcrozonazIone sIsmIca III Schede tecniche [ 86<br />

]<br />

dallo spettro di risposta normalizzato è possibile ottenere, moltiplicando per il valore di PGA di ogni co-<br />

mune della regione, lo spettro di risposta a probabilità uniforme che descrive le carat teristiche del moto<br />

sismico atteso per ogni comune dell’emilia-romagna.<br />

Vengono poi forniti tre input per comune (disponibili nel sito web del servizio geologico, si smico e dei suoli<br />

regionale www.regione.emilia-romagna.it/geologia/sismica) selezionati dalla banca dati accelerometrica<br />

European Strong Motion database (http://www.isesd.cv.ic.ac.uk/esd/ nel seguito citata come Isesd).<br />

I tre input per comune sono scelti attraverso la procedura di Bommer e acevedo (2004) che valuta la<br />

similarità tra la forma spettrale di riferimento e la forma degli spettri di risposta dei segnali contenuti<br />

nella banca dati Isesd.<br />

3.1.8.4.2<br />

Lombardia<br />

al fine di poter effettuare analisi di risposta sismica locale la regione lombardia ha predisposto una<br />

banca dati contenente, per ogni comune, diversi accelerogrammi attesi caratterizzati da due periodi di<br />

ritorno (475 e 975 anni).<br />

di seguito è riportato il percorso di accesso ai file sul portale della regione:<br />

Home > regione > direzioni Generali > territorio e Urbanistica > difesa del territorio > componente<br />

geologica nella pianificazione > scala comunale > analisi sismica.<br />

3.1.8.5<br />

inDiCaziOni e raCCOManDaziOni<br />

Il metodo stocastico è particolarmente indicato ai fini della costruzione di uno scenario sismico, cioè per<br />

la valutazione delle conseguenze prodotte in una particolare area da un terremoto con caratteristiche<br />

predeterminate. Il secondo e terzo metodo si prestano meglio a scopi di preven zione e mitigazione del<br />

rischio sismico, quali la caratterizzazione dello scuotimento in uno stu dio di ms.<br />

l’utilizzo nelle modellazioni numeriche di moti di input derivati da singoli eventi sismici regi strati è fortemente<br />

sconsigliato, dato che le caratteristiche di un singolo terremoto non sono in grado di rappresentare<br />

nel suo complesso la pericolosità sismica di un’area. Generalmente si eseguono modellazioni di questo<br />

tipo solo nel caso di verifiche e studi di confronto tra l’approc cio strumentale e l’approccio numerico.<br />

Qualsiasi sia la metodologia utilizzata, è necessario trasporre il moto calcolato in superficie alla profondità<br />

alla quale verrà effettivamente applicato nelle simulazioni numeriche ovvero operare una deconvoluzione<br />

(o filtrazione inversa). si tratta di un processo di riordinamento del segnale “convoluto” per determinare<br />

la natura del filtro o la natura del segnale in ingresso. In partico lare, se si conosce la forma esatta del<br />

segnale sismico in superficie, si possono deconvolvere i dati per determinare le proprietà di filtro degli<br />

strati di roccia attraverso cui l’input sismico è passato.<br />

Il moto di input utilizzato nella modellazione numerica è rappresentato da un accelerogramma che<br />

fornisce l’andamento dell’accelerazione impressa al suolo nel tempo; l’esperienza ha dimo strato che<br />

per studi finalizzati all’analisi della sicurezza sismica delle strutture è di fondamen tale importanza la<br />

componente orizzontale anziché quella verticale del sisma, perché è proprio la prima che sottopone le<br />

strutture a forti spostamenti orizzontali, ai quali sono associati danni anche estremamente gravi, in par-<br />

ticolare per le costruzioni non antisismiche. per questo mo tivo, nelle modellazioni in genere si impone

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