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Appendici - CNR

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appendIcI III Schede tecniche<br />

tamento non lineare (terreni più soffici).<br />

Una ulteriore complicazione viene dalla difficoltà di disporre, in molti casi, di un sito di riferi mento<br />

affidabile. In questi casi si può ricorrere a spettri di sorgente teorici calcolati una volta nota la<br />

distanza e la direzione di provenienza dell’evento e attenuati al sito tramite leggi di attenuazione<br />

note. tali spettri sintetici sono quindi in grado di simulare la registrazione che si sarebbe ottenuta<br />

su un ipotetico sito ideale su roccia.<br />

I rapporti tra gli spettri calcolati a par tire dai dati sperimentali e gli spettri teorici possono essere<br />

considerati come una stima della funzione di trasferimento.<br />

riassumendo si può affermare che l’utilizzo dei dati accelerometrici riesce a fornire indicazioni<br />

esaustive soltanto raramente mentre, nella maggior parte delle applicazioni, fornisce una valu-<br />

tazione conservativa dei possibili effetti di amplificazione locale. In questi ultimi casi sarà quindi<br />

necessario ricorrere a tecniche di simulazione numerica per riprodurre gli effetti attesi.<br />

sarà necessario utilizzare accelerogrammi naturali o sintetici di caratteristiche analoghe a quelli<br />

che si registrerebbero nell’area una volta note le caratteristiche delle sorgenti sismoge netiche.<br />

tali dati dovranno essere inseriti in una modellazione in grado di riprodurre sia gli effetti legati<br />

alle caratteristiche geotecniche dei terreni, sia i possibili effetti topografici o in ge nerale bi/tridimensionali.<br />

nel caso di modellazioni monodimensionali sarà anche possibile te nere conto degli<br />

effetti non lineari utilizzando misure in sito o dati di letteratura sulle caratteri stiche dinamiche dei<br />

terreni. limiti di tale approccio stanno nella scarsa conoscenza delle ge ometrie e delle caratteristiche<br />

dei terreni, spesso ricavate da poche indagini puntuali e lineari, e quindi nell’impossibilità<br />

di riprodurre le complessità (alte frequenze) contenute nei segnali reali.<br />

3.1.6.7 riferiMenti BiBliOGrafiCi<br />

Borcherdt, R.D. (1994) - Estimates of site-dependent response spectra for design (methodology and justification).<br />

Earthquake Spectra, 10, 617-653.<br />

Cara, F., Parolai, S., Monachesi, G., Milkereit, R., Günther, E., Di Giulio, G., Milana, G., Bindi, D. e Rovelli, A. (2006)<br />

- Test sites in Europe for the evaluation of ground motion amplification: site response of the Gubbio basin<br />

(Central Italy) using weak motions recorded by linear seismic arrays. First European Conference on Earthquake<br />

Engineering and Seismology, Geneve.<br />

Clemente, P., Rinaldis, D. e Bongiovanni, G. (2000) - The 1997 Umbria-Marche earthquake: analysis of the records<br />

obtained at the ENEA array stations. Atti 12WCEE, Auckland, New Zealand.<br />

De Luca, G., Marcucci, S., Milana, G. e Sanò, T. (2005) - Evidence of Low-Frequency Amplification in the City of<br />

L’Aquila, Central Italy, through a Multidisciplinary Approach Including Strong- and Weak-Motion Data, Ambient<br />

Noise, and Numerical Modeling. Bulletin of the Seismological Society of America, Vol.95, N. 4, 1469-1481.<br />

Martino, S., Paciello, A., Rovelli, A. e Verrubbi, V. (2003) - Studio della risposta sismica locale in un tratto vallivo<br />

dell’Alta Valnerina (PG). ENEA RT/2003/73/PROT.<br />

Martino, S., Minautolo, A., Paciello, A., Rovelli, A., Scarascia Mugnozza, G. e Verrubbi, V. (2006) - Evidence of amplification<br />

effects in fault zone related to rock mass jointing, Natural Hazards, 39, 419-449.<br />

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