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Appendici - CNR

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IndIrIzzI e crIterI per la mIcrozonazIone sIsmIca III Schede tecniche [ 74<br />

]<br />

problema (tensioni, deformazioni) attraverso ciascun elemento, nei metodi alle differenze finite si prescinde<br />

da questa definizione della funzione di forma, e le equazioni algebriche vengono scritte direttamente in termini<br />

di variabili di campo (tensioni, spostamenti) definite nei nodi della mesh.<br />

l’algoritmo risolutivo dell’approccio esplicito si articola secondo un ciclo: a ogni nuovo passo di calcolo (step),<br />

vengono risolte le equazioni di equilibrio dinamico, per cui dalle tensioni e dalle forze si ottengono i valori<br />

corrispondenti delle velocità di deformazione e degli sposta menti; successivamente dalla velocità di defor-<br />

mazione, attraverso le equazioni dei legami co stituivi, si giunge a valori aggiornati delle tensioni. l’ipotesi base<br />

dell’approccio esplicito consi ste nel fatto che, durante ciascuna fase del ciclo, le grandezze vengono ricavate<br />

da altre gran dezze i cui valori sono assunti costanti durante l’operazione.<br />

ad esempio, i valori delle velocità di deformazione sono considerati fissi durante l’operazione di calcolo delle<br />

tensioni mediante le leggi costitutive; in altre parole, i nuovi valori calcolati delle tensioni non influenzano le<br />

velo cità. Questo può apparire poco accettabile dal punto di vista fisico, poiché se c’è una variazione di tensione<br />

in un punto, questa necessariamente influenza i punti vicini alterandone le velocità di deformazione. tuttavia<br />

se l’intervallo di tempo ∆t corrispondente al singolo ciclo di calcolo è sufficientemente piccolo, tale alterazione<br />

non può propagarsi da un elemento all’altro in tale intervallo.<br />

a piccoli ∆t, tuttavia, sono associati un gran numero di passi di integrazione e quindi tempi di calcolo molto<br />

elevati. Il ∆t utilizzato nell’integrazione è tanto più piccolo quanto più la rigidezza del materiale è elevata e<br />

quanto più piccoli sono gli elementi.<br />

come per QUad4m, particolare attenzione va posta nella scelta delle dimensioni degli elementi della<br />

mesh, in quanto queste condizionano in maniera fondamentale l’accuratezza numerica della tra-<br />

smissione delle onde. In particolare, per un’accurata modellazione viene consigliato di scegliere una<br />

altezza degli elementi h almeno pari a un valore compreso tra un decimo e un ottavo della minima<br />

lunghezza d’onda di interesse:<br />

h ≤ 1 ⎛ 1 ⎞<br />

⎜ + ⎟<br />

⎝ 8 10⎠<br />

VS f max<br />

al fine di modellare correttamente lo smorzamento di radiazione, Flac consente di imporre sui<br />

contorni della mesh condizioni di campo libero (free field boundaries) o viscose (quiet boundaries). la<br />

definizione delle condizioni al contorno è strettamente correlata all’applicazione della sollecitazione<br />

dinamica, come discusso in seguito.<br />

I contorni free-field consistono sostanzialmente in colonne monodimensionali di larghezza uni taria,<br />

situate ai lati del modello, che simulano il comportamento di un mezzo infinitamente esteso. In pratica,<br />

essi riproducono il moto libero del terreno che si avrebbe in assenza della configurazione bidimensionale<br />

e allo stesso tempo impediscono la riflessione ai bordi della mesh, delle onde diffratte verso l’esterno.<br />

In particolare, ai singoli nodi dei contorni laterali della griglia principale sono connessi smorzatori<br />

viscosi che assorbono l’energia delle onde in cidenti sui contorni, applicando delle forze viscose pro-<br />

porzionali alla differenza tra il campo di velocità esistente e quello in condizioni free-field. I contorni<br />

free-field sono di notevole utilità in quanto consentono di evitare l’allontanamento dei confini laterali<br />

altrimenti necessario, in as senza di confini assorbenti, per la minimizzazione delle onde riflesse dai<br />

contorni, come visto per il codice QUad4m.

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