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Appendici - CNR

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appendIcI III Istruzioni tecniche<br />

descritta rappresenta un ottimo compromesso tra l’esigenza di ripristinare le tensioni geostatiche<br />

e quella di non variare il contenuto d’acqua del provino.<br />

3. la riproduzione della storia tensionale in laboratorio è ritenuta un sistema efficace per miti gare gli<br />

effetti di disturbo dovuti al campionamento e alla successiva manipolazione dei provini. a questo<br />

scopo si esegue una consolidazione edometrica sino al raggiungimento della tensione di precon-<br />

solidazione e un successivo scarico sempre in condizioni edometriche sino al rag giungimento della<br />

tensione verticale geostatica. Questa procedura può essere agevolmente applicata in celle triassiali<br />

controllate da pc, ma richiede la conoscenza a priori della storia ten sionale del deposito.<br />

miS u r e Si S m i c h e<br />

è possibile eseguire nelle varie fasi di una prova triassiale delle misure della velocità di propa gazione<br />

delle onde di taglio. Vengono utilizzati a questo scopo degli elementi piezoceramici bi morfi (Bender<br />

Elements - BE) di dimensioni 10x20x0.5 mm che si inflettono quando viene ap plicata una tensione gene-<br />

rando prevalentemente onde di taglio. per eseguire le misure si uti lizza una coppia di BE. Gli elementi<br />

sono fissati nel piedistallo di base e nel capitello di testa dai quali sporgono per diversi mm. la parte<br />

dei Be che sporge viene infissa nel provino di terreno. Uno dei due BE è utilizzato come sorgente per<br />

generare le onde di taglio. a questo scopo viene eccitato con una forma d’onda sinusoidale di oppor-<br />

tuna ampiezza. l’altro elemento funziona da ricevitore e trasduce l’energia meccanica che riceve in<br />

elettrica. è pertanto possibile determi nare il tempo di percorso (t) delle onde di taglio registrando su<br />

un oscilloscopio il segnale ec citatore e quello del ricevente. Il tempo di percorso può essere identi-<br />

ficato dall’osservazione visiva delle registrazioni o utilizzando tecniche di correlazione incrociata. si<br />

assume come per corso la distanza più breve tra i due BE ovverosia la distanza tra le due estremità<br />

che protru dono all’interno del provino. tale distanza (L) è nota cosicché è possibile determinare la<br />

velo cità di propagazione delle onde di taglio come V s = L/t. la misura di V s in fase di rottura serve a<br />

determinare l’eventuale danneggiamento elastico subito dal provino per effetto dell’applica zione degli<br />

sforzi di taglio.<br />

si eseguono di regola prove monotone e cicliche. nel caso di prove cicliche si applicano sforzi di com-<br />

pressione di ampiezza crescente. per ogni livello di sollecitazione si registrano di norma 30 cicli con<br />

un numero minimo di acquisizioni per ciclo pari a circa 30. da una prova di tipo monotono è possibile<br />

ricavare i seguenti moduli di deformazione:<br />

Es = ( q − qo) /ε a<br />

E t = dq/dε a<br />

modulo di Young secante<br />

modulo di Young tangente<br />

Eo = lim( Et) modulo di Young iniziale o elastico (zona 1)<br />

εa →0<br />

dove:<br />

q = σ -σ sforzo deviatorico<br />

1 3<br />

ε = deformazione assiale<br />

a<br />

q = sforzo deviatorico a fine consolidazione<br />

0<br />

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