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Appendici - CNR

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IndIrIzzI e crIterI per la mIcrozonazIone sIsmIca III Schede tecniche [ 78<br />

]<br />

materiali differenti e a comportamento non lineare (è possibile infatti un disaccordo tra i risul tati ottenuti<br />

dalla modellazione numerica e quelli ottenuti da osservazioni sperimentali).<br />

tra i metodi spettrali ricordiamo l’algoritmo di calcolo else (Elasticity by Spectral elements. centro di<br />

ricerca, sviluppo e studi superiori di sardegna, dipartimento di matematica e di in gegneria strutturale<br />

del politecnico di milano, 1994-1998), che esiste in versione 2d e 3d e la vora nel campo esclusiva-<br />

mente elastico (per questo è utilizzato per l’analisi degli effetti di am plificazione morfologica presenti<br />

su materiali rocciosi).<br />

3.1.7.3.6<br />

FPSM3D<br />

altro algoritmo di calcolo, classificabile tra i metodi spettrali, è Fpsm3d (Klin et al., 2004) che calcola<br />

il campo d’onda sismico in geo-modelli anelastico-lineari, eterogenei tridimensionali de finiti in un<br />

parallelepipedo rettangolare.<br />

Il metodo si basa sulla formulazione del campo d’onda in termini di velocità delle particelle del mezzo e<br />

dello stato degli sforzi nel mezzo. l’evoluzione del campo di velocità è calcolata nel dominio temporale<br />

basandosi sull’equazione della conservazione del momento lineare. l’evoluzione del campo degli sforzi<br />

è invece valutata dal campo delle velocità utilizzando un’opportuna relazione sforzo-deformazione che<br />

consente di modellare accuratamente gli ef fetti dell’attenuazione intrinseca del mezzo con il modello<br />

meccanico di zener generalizzato.<br />

l’approccio pseudospettrale di Fourier richiede una discretizzazione del volume in una griglia ret-<br />

tangolare strutturata in modo analogo alle differenze finite. si evita così il problema (parti colarmente<br />

oneroso in 3d) della costruzione di una griglia non strutturata associata al geo-modello che caratterizza<br />

metodi come quelli agli elementi finiti e agli elementi spettrali.<br />

la particolarità dell’approccio pseudospettrale di Fourier consiste nel calcolo delle derivate spa ziali<br />

tramite l’operatore differenziale di Fourier. oltre a beneficiare della velocità di esecuzione degli algoritmi<br />

FFt (Fast Fourier Transform), tale approccio permette un campionamento del dominio spaziale<br />

con un passo pari alla metà della minima lunghezza d’onda considerata (teo rema di nyqist). ne consegue<br />

un campionamento più ridotto rispetto a quello richiesto da qual siasi altro metodo numerico<br />

di derivazione (per esempio le differenze finite), e consente un notevole risparmio nel numero di nodi<br />

necessario a definire il campo d’onda su un determinato dominio.<br />

per aumentare l’accuratezza, le derivate spaziali vengono calcolate in una griglia di punti sfal sata di<br />

mezzo passo di campionamento (staggered grid) nella direzione di derivazione. a tal fine l’operatore<br />

differenziale di Fourier è accoppiato a un operatore di sfasamento.<br />

nelle simulazioni eseguite con il metodo pseudospettrale di Fourier un’onda che investe il bordo del<br />

dominio, rientra nel dominio dalla parte opposta (effetto wrap-around). per evitare il wrap-around è<br />

necessario circondare il dominio di appositi strati assorbenti.<br />

l’applicazione de gli strati assorbenti classici può comportare un incremento notevole del volume di<br />

calcolo in una simulazione 3d.<br />

nel programma Fpsm3d si impiegano gli strati assorbenti di nuova conce zione pml (Perfectly matching<br />

layers), molto più sottili, che permettono di ridurre a circa un quinto “lo spreco” del volume di calcolo<br />

necessario per attenuare le onde in uscita dal modello.

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