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Appendici - CNR

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appendIcI III Schede tecniche<br />

sismiche e dei relativi valori differenziati del grado di sismicità da prendere a base per la determinazione delle<br />

azioni sismiche e di quant’altro specificato dalle norme tecniche” (articolo 83, comma 2).<br />

la successiva legge 9 novembre 2001, n. 401 stabilisce che il dipartimento della protezione ci vile “svolge<br />

compiti relativi alla formulazione degli indirizzi e criteri generali di cui (…) all’art. 93 comma 1 lettera g) del de-<br />

creto legislativo 31 marzo 1998 , n. 112 da sottoporre al presi dente del consiglio dei ministri ovvero al ministro<br />

dell’interno da lui delegato per l’approvazione al consiglio dei ministri” (art. 4-ter). tali compiti sono esercitati<br />

“sentita la conferenza unifi cata” ai sensi dell’articolo 93, comma 4 d.l. 112/1998.<br />

prima della definizione del quadro normativo sopra delineata, con decreto del presidente del consiglio dei mini-<br />

stri 24 settembre 1997, n. dstn/2/19767 viene costituito a fronte del “note vole miglioramento delle conoscenze<br />

nel settore della sismogenesi e della pericolosità sismica” intervenuto successivamente agli ultimi decreti di<br />

classificazione sismica, un “Gruppo di lavoro per la redazione di una proposta di riclassificazione sismica del<br />

territorio nazionale”. Il Gruppo produce nel settembre 1998 una “proposta di riclassificazione sismica” (Gruppo<br />

di lavoro, 1999), definendo nuove metodologie e relativi criteri applicativi.<br />

Il Gruppo di lavoro (1999) utilizza gli studi di pericolosità di base sviluppati dal Gruppo nazio nale per la difesa<br />

dai terremoti (Gndt), realizzati dall’osservatorio geofisico sperimentale di trieste (oGs) (peruzza et al., 1993;<br />

slejko, 1996) e dal servizio sismico nazionale (ssn) (romeo e pugliese, 1997; pugliese et al., 1997). tali studi,<br />

pur assumendo lo stesso impianto metodologico, portano a risultati diversi, anche se in modo limitato.<br />

Uno degli elementi innovativi della proposta è dato dalla scelta del parametro rappresentativo della pericolosità<br />

sismica, l’intensità di Housner (H), definita come l’integrale dello spettro di risposta di pseudovelocità calcolato<br />

in un opportuno intervallo di periodi. la scelta di H come “parametro guida” viene determinata dall’opportu-<br />

nità di rappresentare meglio diverse condi zioni di pericolosità e dal fatto che risulta meglio correlata al danno<br />

subito dagli edifici 56 .<br />

la massima intensità macrosismica (I max ) viene utilizzata come ulteriore parametro correttivo (in termini con-<br />

servativi). Infine vengono effettuate alcune considerazioni a carattere territo riale per garantire condizioni di con-<br />

tinuità, talora non rispettate, anche perché i parametri ven gono calcolati per ciascun comune, con riferimento<br />

al centro capoluogo (centroide comunale) indipendentemente dall’estensione dal territorio amministrativo.<br />

poiché, come detto, gli studi di pericolosità utilizzati sono due, vengono applicati i criteri per l’identificazione<br />

delle zone utilizzando separatamente gli studi e poi per i comuni in cui emer gono discordanze di attribuzione di<br />

zona (circa il 12% dei comuni) vengono introdotti ulteriori criteri (tolleranze del 5% sulle soglie degli indicatori)<br />

per l’attribuzione definitiva.<br />

dall’analisi degli studi di pericolosità di base per predisporre questa proposta di zonazione na scerà l’esigenza di<br />

rivedere gli studi stessi in modo congiunto fra i gruppi che li hanno predi sposti, al fine di verificare i motivi delle<br />

discordanze. tale esigenza porta alla predisposizione di un nuovo studio di pericolosità (albarello et al., 2000), nel<br />

quale vengono valutate le scelte compiute nei singoli passi procedurali e vengono introdotti alcuni miglioramenti<br />

in termini me todologici. a partire da questo nuovo studio di pericolosità vengono ridefinite le zone sismiche,<br />

56 Effettuando diverse scelte del periodo di ritorno e dell’intervallo spettrale vengono costruiti due indicatori per la defini zione delle diverse zone sismiche:<br />

• H50,corrispondente a un periodo di ritorno di 475 anni e all’intervallo spettrale 0.2-2 secondi (indicatore maggiormente correlato alla possibilità che si verifichino terremoti di elevata magnitudo e di<br />

conseguenza indice significativo del livello di protezione dal collasso);<br />

• H10,corrispondente a un periodo di ritorno di 95 anni e all’intervallo spettrale 0.1-0.5 secondi (indicatore principalmente correlato alla possibilità che si verifichino terremoti di bassa magnitudo e di<br />

conseguenza in dice significativo del livello di protezione dal danneggiamento).<br />

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