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Appendici - CNR

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IndIrIzzI e crIterI per la mIcrozonazIone sIsmIca III Schede tecniche [ 30<br />

]<br />

3.1.2.3.4<br />

Metodo dell’analisi degli spostamenti<br />

Il secondo metodo, degli spostamenti o di newmark (1965), consiste nel determinare un’accelerazio-<br />

ne di soglia, al di sopra della quale le forze di inerzia conducono a un fattore di sicurezza inferiore al<br />

valore limite di FS = 1 e lo scorrimento avviene secondo un meccanismo tipo blocco rigido che scivola<br />

su un piano inclinato. l’accelerazione di soglia è funzione delle condizioni di sicurezza del pendio in<br />

condizioni statiche e vale, nel caso di un pendio indefinito con accelerazioni sismiche tangenziali al<br />

piano di scivolamento θ:<br />

A c = (FS-1)g sen θ (Jibson, 1993).<br />

la procedura consiste nell’utilizzare un accelerogramma di progetto che viene integrato nel domi-<br />

nio del tempo per le accelerazioni che eccedono l’accelerazione di soglia A c , al fine di de terminare lo<br />

spostamento cumulato:<br />

D = ∫ ∫ [a(t) – A c ] dt 2<br />

al fine di tenere conto della forte dipendenza degli spostamenti dall’accelerogramma di pro getto,<br />

è opportuno selezionare più di un accelerogramma con le medesime caratteristiche (in tervallo di<br />

magnitudo-distanza, condizioni di sito, PGA, ecc.); infatti, a parità di queste carat teristiche, gli accele-<br />

rogrammi possono differire anche molto in frequenza e contenuto energe tico, in dipendenza di altre<br />

caratteristiche di difficile valutazione (meccanismo focale, diretti vità, fling, ecc.).<br />

Gli spostamenti calcolati con il metodo di newmark non debbono essere presi come stime as solute della de-<br />

formazione attesa; siccome il modello assume un comportamento di tipo rigido-plastico a resistenza costante,<br />

gli spostamenti calcolati potrebbero infatti risultare inferiori a quelli che si possono osservare in materiali<br />

soggetti a forte perdita di resistenza (materiali ca ratterizzati da una forte differenza tra attrito statico e attrito<br />

dinamico); viceversa, in materiali a comportamento visco-plastico (materiali duttili), il metodo potrebbe so-<br />

vrastimare gli sposta menti. si è soliti allora considerare gli spostamenti come livelli di prestazione dei pendii<br />

in con dizioni sismiche (romeo, 2007). così, allora, per spostamenti centimetrici il pendio può consi derarsi<br />

stabile; per spostamenti metrici completamente instabile; per spostamenti decimetrici bisognerà valutare le<br />

condizioni post-sismiche in condizioni di resistenze residue.<br />

3.1.2.3.5<br />

Metodi tenso-deformativi<br />

nell’analisi dinamica con i metodi tenso-deformativi (Finn, 1988; Kramer, 1996), si utilizzano codici<br />

numerici agli elementi o alle differenze finite. oltre alla storia temporale delle accelera zioni, il metodo<br />

richiede che per ciascun tipo di materiale coinvolto siano definite le leggi di comportamento in funzione<br />

della deformazione ciclica a taglio; il metodo si caratterizza per tanto come un’analisi a deformazione<br />

incrementale che tiene conto della risposta non lineare del terreno alla storia delle sollecitazioni. per<br />

ciascuna maglia di calcolo vengono integrate le equazioni del moto al fine di ottenere la storia degli<br />

sforzi normali e tangenziali, delle fre quenze fondamentali, dello smorzamento e delle rigidezze equi-<br />

valenti e, infine, degli sposta menti.

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