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Appendici - CNR

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IndIrIzzI e crIterI per la mIcrozonazIone sIsmIca III Istruzioni tecniche [ 238 ]<br />

•<br />

di collegamento al terreno affidabile e ripeti bile, mediante il quale sia possibile individuare e mo-<br />

dificare l’orientazione dei trasduttori dalla superficie.<br />

Viene attivata la registrazione delle vibrazioni con un opportuno anticipo rispetto all’attivazione<br />

della sorgente. Questa fase di pretriggering può essere evitata se la strumentazione garantisce la<br />

partenza della registrazione nell’istante di time–break all’attivazione del trigger.<br />

• Viene innescata la sorgente producendo una sollecitazione verticale che, attivando il trigger, si<br />

propaga dalla sorgente verso i ricevitori orizzontalmente con vibrazioni di tipo P, quindi polarizzate<br />

nella direzione di propagazione, e vibrazioni, di tipo S, dirette per pendicolarmente alla direzione di<br />

propagazione e polarizzate sul piano verticale. Il tempo di registrazione deve essere tale da consentire<br />

la rappresentazione dei treni d’onda nella loro interezza.<br />

• Viene riprodotta la sollecitazione e quindi ripetuta la prova a una profondità inferiore di non più di<br />

1 m, abbassando la sorgente e i ricevitori.<br />

• raggiunto il fondo dei fori la prova viene iterata questa volta procedendo dal basso verso l’alto a<br />

intervalli di 5 m.<br />

3.4.3.3.2.2 elaborazione dati<br />

per quanto riguarda l’interpretazione dei tracciati registrati durante la prova per la determina zione<br />

della velocità di propagazione delle onde sismiche, esistono varie tecniche nel dominio del tempo e nel<br />

dominio della frequenza; di seguito verrà illustrata quella più semplice e im mediata, non escludendo<br />

però la possibilità di ricorrere ad altre tecniche purché già collaudate e sperimentate.<br />

In tal caso è necessario che insieme ai risultati della prova venga esplicita mente dichiarato il metodo<br />

adottato per la determinazione delle velocità, nonché i passi suc cessivi secondo cui è stato applicato e<br />

le registrazioni delle vibrazioni, accoppiate con quella del segnale di trigger, a partire dalle quali sono<br />

stati ricavati i valori di velocità.<br />

per determinare il tempo di arrivo delle onde P e S ai ricevitori, si procede a un’analisi visuale delle<br />

registrazioni delle vibrazioni rilevate dai trasduttori del ricevitore (o dei ricevitori, dispo nendo di più<br />

verticali di ricezione), confrontate con il segnale rilevato dal sensore collegato al trigger.<br />

In particolare (Figura 3.4-30) il sensore collegato al pre-trigger inizia a registrare nell’istante t = 0, prima<br />

dell’applicazione della sollecitazione che avviene nell’istante t = T, detto zero dei tempi, che è facilmente<br />

individuabile sul tracciato per effetto dell’impulso inviato dal trigger; il segnale così registrato si sud-<br />

divide in due parti che si possono facilmente distinguere: la parte compresa tra gli istanti t = 0 e t = T,<br />

rappresentativa di quanto avviene nel terreno in corri spondenza della sorgente prima dell’applicazione<br />

della sollecitazione, utile per rilevare e elimi nare eventuali disturbi ambientali preesistenti, e la parte<br />

successiva all’istante t = T. si consi deri comunque la possibilità di operare anche senza pre-trigger.<br />

Una volta riportato l’istante t = T anche sulle tracce rilevate dai ricevitori, che iniziano a regi strare si-<br />

multaneamente col sensore collegato al trigger nell’istante t = 0, si può individuare (mancuso, 1996):<br />

• un intervallo [ t = T; t = P] in cui il tracciato è completamente piatto o itera l’andamento rilevato<br />

nell’intervallo precedente dovuto a eventuali disturbi, rappresentativo del tempo impiegato delle<br />

prime onde (p) per arrivare dalla sorgente al ricevitore conside rato;

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