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Appendici - CNR

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appendIcI III Schede tecniche<br />

le registrazioni ottenute vanno successivamente processate per applicare il metodo dei rap porti<br />

spettrali rispetto a un sito di riferimento (Borcherdt, 1994). tale metodo prevede l’identificazione della<br />

finestra di segnale da processare, tipicamente la finestra a maggior con tenuto energetico (pacchetto<br />

delle onde s). sulla finestra scelta si calcola la trasformata di Fourier, avendo cura di filtrare preven-<br />

tivamente il segnale per eliminare eventuali basse fre quenze indotte da rumore elettronico strumen-<br />

tale. alternativamente è necessario limitare l’analisi dei risultati alle frequenze compatibili con i casi<br />

analizzati. Infine si calcolano i rapporti spettrali tra componenti omologhe di segnali, ottenendo una<br />

stima della funzione di trasferi mento in ciascun sito di misura. per poter ottenere risultati significa-<br />

tivi sarà necessario regi strare un numero “sufficiente” di eventi sismici (indicativamente almeno una<br />

decina) con buon rapporto segnale-rumore. In questo modo sarà possibile valutare una funzione di<br />

trasferi mento media, con una relativa dispersione per tenere conto della forte variabilità che può es-<br />

sere tipica di questo tipo di analisi.<br />

In una prima fase di analisi conviene esaminare separatamente le 2 componenti orizzontali del moto,<br />

che potrebbero evidenziare effetti direzionali legati alle caratteristiche del sito o alla pro venienza degli<br />

eventi. la eventuale dipendenza della risposta di sito dall’azimut del terre moto, legata a geometrie bi/<br />

tridimensionali, può essere individuata solo quando si riesce a ottenere un numero elevato di registra-<br />

zioni prodotte da sorgenti diverse; in tal caso sarà ne cessario definire una funzione di trasferimento<br />

media, oppure funzioni di trasferimento dipen denti dalle differenti sorgenti sismogenetiche.<br />

a meno di casi particolarmente rari o di esperimenti di lunga durata, le indagini descritte non con-<br />

sentono di registrare eventi di magnitudo così elevata da innescare comportamenti non li neari dei<br />

terreni. naturalmente in caso si registrassero eventi in un intervallo molto ampio di magnitudo, sarà<br />

possibile calcolare le funzioni di trasferimento per diversi valori di magnitudo confrontando i risultati<br />

ottenuti, sia in termini di ampiezza che di frequenza, per stimare possi bili effetti non lineari nel comportamento<br />

dei terreni.<br />

3.1.6.5<br />

eSeMPi italiani<br />

nella città de l’aquila, in epoca recente era in funzione una rete accelerometrica locale formata da 3<br />

stazioni digitali. le stazioni erano installate su terreni di diverse caratteristiche a distanze relative di<br />

alcune decine di metri. In particolare, la prima stazione era installata su terreni ar gillosi, la seconda<br />

sugli stessi terreni argillosi, ma in galleria, a circa 50 metri dalla prima sta zione. la terza stazione era<br />

installata sulla verticale della seconda, su uno strato di ghiaie ce mentate dello spessore di circa 30-<br />

40 metri, che ricopre i terreni argillosi e sul quale è edificato gran parte del centro storico della città.<br />

contestualmente una stazione sismica era installata su roccia a circa tre chilometri dal centro della<br />

città e fungeva da sito di riferimento. durante il funzionamento della rete sono state acquisite molte<br />

registrazioni ed è stato possibile applicare le tecniche sopra descritte. I risultati delle analisi eseguite<br />

(de luca et al., 2005) hanno evi denziato la presenza di una forte amplificazione alle basse frequenze<br />

(0.5-0.6 Hz), che è stato possibile modellare con tecniche bidimensionali agli elementi finiti, sulla base<br />

di un modello geometrico di bacino alluvionale ricavato da dati gravimetrici con velocità dei terreni di<br />

coper tura ottenute da misure superficiali.<br />

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