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Appendici - CNR

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IndIrIzzI e crIterI per la mIcrozonazIone sIsmIca III Schede tecniche [ 114<br />

]<br />

Il livello nazionale può fornire gli indirizzi a scala nazionale e un primo quadro di insieme degli scenari<br />

assumendo il comune come unità minima di rappresentazione; inoltre dovrebbe con cordare di con-<br />

certo con le regioni i criteri e le soglie di riferimento. la regione fornisce i propri indirizzi e assume<br />

un ruolo di coordinamento dei diversi livelli provinciali. la scala provinciale dovrebbe recepire il livello<br />

sovraordinato di pianificazione facendo propri gli indirizzi regionali e predisponendo i propri scenari,<br />

nei quali va individuata una più raffinata unità minima di rife rimento, per poi gestire il livello comunale<br />

di approfondimento dei dati in merito al dettaglio sugli elementi esposti e sulle risorse, ottimizzandone<br />

la distribuzione ed evitando in tal modo ridondanza in merito alla localizzazione delle aree di ammas-<br />

samento, delle risorse di primo soccorso ecc..<br />

Il dipartimento della protezione civile, per propri compiti istituzionali, definisce tipologie di scenario a scala<br />

nazionale e regionale. In tale ambito, la valutazione delle perdite – al mo mento limitate alle abitazioni e ai<br />

residenti – è effettuata con un livello di definizione a scala nazionale/regionale, senza tener conto dell’assetto<br />

geologico locale, delle puntuali condizioni del costruito o della dinamica delle presenze.<br />

In tali scenari, il risultato viene restituito riportando dati sintetici aggregati per l’intero territo rio co-<br />

munale in riferimento a una serie di parametri, quali crolli, danneggiamento di edifici e popolazione<br />

coinvolta. Ulteriori sviluppi hanno poi consentito una risoluzione di analisi a livello di località e di sezione<br />

censuaria.<br />

alcune regioni (es. la regione campania) hanno scelto di discretizzare il territorio attraverso una<br />

griglia con celle di circa 25.0000 mq. (500 x 500 m), e a essa sono riferiti tutti i dati sugli elementi<br />

esposti nonché le risorse necessarie in emergenza. Questo consente di trattare il problema a una<br />

scala sub-comunale.<br />

Un altro aspetto di grande interesse nella predisposizione degli scenari di danno ai fini di una pianificazione<br />

d’emergenza è la scelta degli eventi di riferimento (scheda tecnica 3.1.13).<br />

Individuare gli eventi di riferimento significa individuare degli eventi che siano “critici” rispetto alla<br />

gestione dell’emergenza. Questo va fatto considerando non soltanto eventi storici, definiti in termini<br />

di coordinate epicentrali o come campi macrosismici. è necessario considerare la possibilità di una<br />

migrazione degli epicentri e individuare quello che risulta critico in termini di perdite o, più in generale,<br />

critico ai fini della gestione dell’emergenza.<br />

Gli approcci che si possono seguire sono molteplici:<br />

• individuazione dell’evento più gravoso accertato nella zona;<br />

• evento più significativo dal punto di vista della pericolosità sismica del sito;<br />

• evento più significativo dal punto di vista del danneggiamento atteso.<br />

tutti gli approcci indicati presentano dei lati positivi e negativi.<br />

l’evento più gravoso è ben definito dal punto di vista della entità del sisma e ha un chiaro si gnificato<br />

anche per i “non addetti” ai lavori. esso si determina sia sulla base delle fonti storiche sia attraverso<br />

studi di paleosismologia.<br />

di contro può essere caratterizzato da una bassa pro babilità di accadimento e condurre a una quantificazione<br />

insostenibile delle risorse. Inoltre, tale probabilità di accadimento non è uniforme tra le<br />

diverse zone e dimensionare le risorse in base all’evento storico può condurre a un diverso grado di<br />

protezione della popolazione.

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