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Appendici - CNR

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IndIrIzzI e crIterI per la mIcrozonazIone sIsmIca III Schede tecniche [ 42<br />

]<br />

3.1.4.7<br />

inDiCaziOni e raCCOManDaziOni<br />

le faglie attive capaci di rompere in superficie in Italia sono strettamente confinate lungo la catena appenninica,<br />

coincidendo in gran parte con le aree epicentrali dei terremoti più forti (Galadini e Galli, 2000). non sono state<br />

segnalate a oggi, a parte poche eccezioni, faglie ca paci nel dominio alpino, caratterizzato prevalentemente da<br />

faglie inverse cieche. le faglie in ambito appenninico sono quasi esclusivamente normali o, tuttalpiù, oblique.<br />

molte dell’appennino umbro-marchigiano-abruzzese sono note e studiate e, in minor misura, quelle dell’ap-<br />

pennino calabro. poche o nulle sono quelle relative all’appennino ligure-tosco-emiliano, a quello matese-<br />

campano-lucano e alla sicilia, a eccezione delle strutture vulcano-tettoniche della regione etnea.<br />

si raccomanda, pertanto, di intensificare gli studi nelle aree suscettibili di fagliazione di super ficie (es. aree<br />

epicentrali di forti terremoti o aree limitrofe di gap sismico), anche laddove la letteratura non riporti elementi<br />

tettonici pleistocenici significativi. a questo proposito si ram menta che gli inventari nazionali di sorgenti si-<br />

smogenetiche non corrispondono, se non in mi nima parte, a inventari di faglie capaci di rompere in superficie<br />

e devono essere consultati con le limitazioni del caso.<br />

al fine di delimitare con precisione e limitare l’ampiezza del setback, l’andamento della faglia deve essere<br />

tracciato con il massimo dettaglio evitando interpolazioni di punti di osservazione diretta (trincee, affiora-<br />

menti) e/o indiretta (indizi morfologici, scarpate, dati geofisici) eccessi vamente distanti tra loro (max 50 m).<br />

a questo proposito dovrà essere utilizzata una diversa simbologia per i tratti di faglia accertati (errore ±2 m)<br />

e quelli inferiti.<br />

si raccomanda sempre e comunque lo scavo di trincee paleosismologiche.<br />

figura 3.1‑5 ‑ esempio di trincea paleosismologica<br />

(t9 della figura 3.1‑4). È evidente la dislocazione<br />

dei depositi olocenici.

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