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Appendici - CNR

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IndIrIzzI e crIterI per la mIcrozonazIone sIsmIca III Schede tecniche [ 28<br />

]<br />

•<br />

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•<br />

i movimenti di versante possono creare depressioni o aprire fratture attraverso le quali le acque di<br />

dilavamento possono infiltrarsi nel sottosuolo;<br />

le zone a ruscellamento concentrato, le aree di esondazione e i corsi d’acqua in ero sione, possono<br />

contribuire ad aumentare i fenomeni di instabilità;<br />

le zone instabili possono determinare lo sbarramento di corsi d’acqua e contribuire ad au mentare<br />

(per fenomeni di ristagno) i livelli piezometrici all’interno dei versanti, inne scando un cosiddetto<br />

“effetto domino”;<br />

la bassa permeabilità dei terreni a grana fine ha una risposta differenziale nei confronti delle variazioni<br />

dei livelli idrici che richiede il monitoraggio a lungo-termine di tali oscil lazioni e della loro<br />

risposta nei versanti.<br />

per quanto le prove penetrometriche in sito possano, per talune categorie di terreno, permet tere la<br />

determinazione indiretta delle proprietà geotecniche, queste dovranno essere usate con molta cautela<br />

e sempre previo riscontro e taratura con le prove di laboratorio e dovranno es sere usate solo per esten-<br />

dere la caratterizzazione di laboratorio ad ampi areali di investiga zione, per i quali non sia possibile, o<br />

economicamente perseguibile, una estesa campagna geo gnostica di campionamento.<br />

I parametri geotecnici rilevanti ai fini delle analisi di stabilità riguardano il peso di volume (e altri para-<br />

metri fisico-volumetrici di caratterizzazione) e i parametri di resistenza al taglio (coe sione e angolo di<br />

attrito interno). le prove di laboratorio dovranno essere effettuate con espli cito riferimento a standard<br />

codificati (astm, 1997; aGI, 1994).<br />

In assenza di una caratterizzazione che consenta di determinare la variabilità dei valori dei parametri<br />

fisico-meccanici investigati (valori statistici o caratteristici s.s.), i valori di riferimento dovranno essere<br />

scelti sempre cautelativamente tra quelli più bassi determinati in laboratorio.<br />

Bisognerà inoltre tenere conto anche della scala di fluttuazione dei parametri geotecnici (ac certata<br />

o ipotizzata) in relazione alle dimensioni del problema; qualora la scala di fluttuazione dei parametri<br />

sia piccola rispetto alle dimensioni del problema, i valori medi possono essere assunti come signi-<br />

ficativi del comportamento globale del terreno (o l’incertezza, in caso di ana lisi statistica completa,<br />

opportunamente ridotta); viceversa, per distanze di fluttuazione mag giori della scala del problema, le<br />

resistenze sono governate dai bassi valori locali e pertanto una caratterizzazione ai valori estremi o<br />

con una completa analisi dell’incertezza, risulta sicu ramente più appropriata.<br />

I parametri di resistenza residui sono i più appropriati nei casi di riattivazione di frane preesi stenti, oppure<br />

nel caso di formazioni fittamente stratificate o con piani di clivaggio. anche nel caso di versanti appa-<br />

rentemente non interessati da precedenti movimenti, i parametri di resi stenza di picco dovranno essere<br />

usati con cautela, specie nel caso di terreni a comportamento rammollente, in quanto, dopo l’iniziale<br />

mobilizzazione delle resistenze di picco, le resistenze al taglio disponibili subiscono sensibili decrementi.<br />

per la definizione dei parametri di resistenza al taglio disponibili, possono essere utilizzate anche analisi<br />

a ritroso (back-analyses) in versanti omologhi affetti da fenomeni di instabilità in condizioni statiche.<br />

nel caso i terreni affetti da instabilità siano in condizioni di assenza o di parziale saturazione, una ca-<br />

ratterizzazione in termini di analisi di sforzi efficaci può essere ritenuta idonea a valutare le condizioni<br />

di stabilità. I relativi parametri di resistenza al taglio, possono essere determinati a partire anche da

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