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Appendici - CNR

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appendIcI III Schede tecniche<br />

l’intero modello si basa su dati attualmente aggregati a livello di località abitata (Istat, 2000) e pertanto<br />

a ciascuna di queste è possibile attribuire un’unica classe litologica.<br />

la maggiore limitazione di tale modello è costituita dal fatto che la classe litologica sulla quale viene<br />

basata la valutazione degli effetti di amplificazione non è effettivamente rappresentativa della geologia<br />

del substrato, in quanto non tiene conto degli spessori della litologia affiorante. In limitati casi<br />

riguardanti il substrato affiorante, questa limitazione viene meno.<br />

teoricamente è possibile arrivare a una disaggregazione dei dati di vulnerabilità, riferiti es senzialmente<br />

al patrimonio abitativo, per singola sezione censuaria 76 e quindi attribuire la classe litologica a ciascuna<br />

sezione censuaria. In molti casi questo livello di disaggregazione porterebbe ad assunzioni di vulne-<br />

rabilità e di conseguenze dovute ad amplificazioni locali di estremo dettaglio, non necessariamente<br />

corrispondenti alla realtà.<br />

per migliorare le informazioni sulle amplificazioni locali e integrarle con i dati di pericolosità di<br />

base, una specifica metodologia è in corso di realizzazione fra dpc e regione emilia-romagna<br />

(provincia di modena).<br />

la metodologia si fonda sostanzialmente su:<br />

• una classificazione litologica di 6 raggruppamenti in funzione delle onde s;<br />

• una classificazione in sezioni geologiche e morfologiche costituita da 10 schemi (Figura 3.1-24);<br />

• l’applicazione di modelli numerici, con codici 1d e 2d alle sezioni, per avere forme spet trali e fattori di<br />

amplificazione per ciascuno degli schemi e per tutte le combinazioni possibili delle classi litologiche.<br />

tale metodologia rappresenta un tentativo finalizzato all’uso di informazioni semplificate sulla geologia<br />

locale delle località abitate, per migliorare i livelli informativi di base a scala regionale o provinciale.<br />

In merito al problema della disaggregazione dei dati di vulnerabilità, un tentativo di rendere coerente<br />

il sistema delle unità di rilevamento (sezioni censuarie) con le classi litologiche, è stato affrontato dal-<br />

la regione liguria (Università degli studi di Genova, 2006), nell’ambito di un progetto finalizzato alle<br />

valutazioni di scenario per l’intera regione.<br />

Il modello prevede che gli effetti di amplificazione legati al tipo di suolo siano considerati in termini di<br />

incremento della vulnerabilità dell’edilizia abitativa.<br />

per effettuare tale valutazione di vulnerabilità sono stati utilizzati i dati Istat sul patrimonio abitativo<br />

(Istat, 1991), forniti con una disaggregazione per sezione di censimento.<br />

l’unità minima di analisi rispetto alla quale sono basate tutte le valutazioni è rappresentata delle sezioni<br />

censuarie subripartite in funzione delle categorie di suolo. per questo motivo, si suddividono le<br />

sezioni censuarie rispetto alle diverse categorie di suolo presenti, al fine di indi viduare correttamente<br />

la griglia di punti (baricentri delle unità minime) rispetto alla quale va lutare le amplificazioni locali.<br />

Il tipo di suolo interviene nella valutazione come un fattore modificatore della vulnerabilità.<br />

76 Unità minima di rilevamento censuario Istat, di dimensioni variabili.<br />

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