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Spunti di Nutrizione rev2011 - Clinica Pediatrica Trieste - Università ...

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Il <strong>di</strong>abete visto dall’intestino.<br />

105<br />

5. La malattia celiaca<br />

Il <strong>di</strong>abete insulino-<strong>di</strong>pendente (DMT1) è una malattia<br />

multifattoriale legata a fattori ere<strong>di</strong>tari multigenici ed elementi<br />

ambientali. Il peso dei fattori ambientali sembra essere<br />

preponderante (la concordanza della malattia in gemelli<br />

monozigoti è intorno al 30%), ma un substrato genetico<br />

“permissivo” è in<strong>di</strong>spensabile al realizzarsi della malattia. In<br />

particolare, l’associazione con particolari HLA offre un interessante<br />

collegamento tra la genetica e l’ambiente.<br />

La possibilità <strong>di</strong> identificare soggetti ad alto rischio <strong>di</strong> sviluppare il<br />

<strong>di</strong>abete insulino-<strong>di</strong>pendente (<strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1) porta in sé la<br />

frustrazione derivante dall’assenza <strong>di</strong> un’efficace strategia<br />

preventiva della malattia. La presenza <strong>di</strong> anticorpi <strong>di</strong>retti contro il<br />

pancreas e l’analisi dell’HLA consentono <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>re con elevata<br />

affidabilità lo sviluppo del <strong>di</strong>abete in età pe<strong>di</strong>atrica (fratelli o figli <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>abetici), quando il rischio <strong>di</strong> sviluppare la malattia è ancora<br />

elevato e i tempi per la prevenzione sono più lunghi. In familiari <strong>di</strong><br />

1° grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>abeteci, il valore pre<strong>di</strong>ttivo degli autoanticorpi contro<br />

il pancreas varia dal 5 al 70% (in caso <strong>di</strong> positività multiple). E può<br />

essere rinforzato dalla concordanza degli HLA <strong>di</strong> rischio.<br />

E’ chiaro che la determinazione <strong>di</strong> questo rischio ha senso, ed è<br />

eticamente accettabile, solo in presenza <strong>di</strong> efficaci strategie<br />

preventive o nell’ambito <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sperimentali <strong>di</strong> prevenzione.<br />

D’altra parte, la presenza <strong>di</strong> una risposta autoanticorpale<br />

persistente contro il pancreas in<strong>di</strong>ca forse qualcosa <strong>di</strong> più <strong>di</strong> una<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> rischio, qualcosa che è forse già l’inizio della malattia,<br />

lo specchio dell’insulite, cioè dell’attivazione <strong>di</strong> linfociti autoreattivi<br />

che infiltrano le insule pancreatiche, conducendo lentamente ad<br />

una <strong>di</strong>struzione delle beta-cellule fino alla comparsa del <strong>di</strong>abete<br />

manifesto. Un intervento a questo punto avrebbe già il significato<br />

<strong>di</strong> una prevenzione secondaria.<br />

Tra le strategie preventive, è stata valutata anche la

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