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I siti <strong>LTER</strong> 115<br />
nuzione della densità algale ed aumento di trasparenza delle acque<br />
(biomanipolazione);<br />
b) gestione della zona umida confinante con il bacino lacustre, così da<br />
ripristinare ed incrementare le aree riproduttive delle specie ittiche, in<br />
particolare i predatori ittiofagi (luccio e persico trota), per aumentare il<br />
controllo per predazione delle specie ittiche esuberanti (scardola);<br />
c) raccolta stagionale ed asportazione dal bacino di una porzione di<br />
biomassa di macrofite acquatiche, al fine di conseguire una riduzione<br />
del carico interno di nutrienti.<br />
La sperimentazione condotta nel Lago di Candia ha dimostrato come<br />
sia possibile ottenere apprezzabili miglioramenti della trofia attraverso<br />
una gestione mirata di alcune componenti chiave della biocenosi<br />
lacustre. Le modificazioni della comunità ittica e di quella macrofitica<br />
prodotte dagli interventi si sono propagate all'interno della rete trofica,<br />
determinando una notevole riduzione della produttività fitoplanctonica<br />
(Fig. 10.1.2). Meccanismi di controllo top-down (riduzione dei pesci<br />
zooplanctivori) e bottom-up (riduzione della disponibilità di nutrienti<br />
per le alghe) hanno operato sinergicamente in maniera efficace determinando<br />
una riduzione della biomassa fitoplanctonica di circa il 50%.<br />
Fig. 10.1.2. Evoluzione della concentrazione di Clorofilla totale. I dati si riferiscono<br />
ai valori medi ponderati sulla colonna.<br />
Dopo il 1991 l'ecosistema lacustre ha assunto un nuovo assetto passando<br />
dallo stato di eutrofia a quello di mesotrofia. La continuità nella<br />
gestione della biocenosi a macrofite ha permesso di mitigare anche le<br />
spinte eutrofizzati derivanti dagli apporti esterni di nutrienti. Si deve