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200 La rete <strong>LTER</strong> <strong>italia</strong>na<br />
Il Golfo di Olbia (Fig. 20.2.1) è una tipica ria, nella costa orientale<br />
della Sardegna. Nella sua parte meridionale, è presente la foce del<br />
Fiume Padrongiano mentre in quella più interna ospita uno dei porti<br />
passeggeri più importanti del Mediterraneo (circa 4 milioni di passeggeri<br />
all’anno), un porto commerciale ed uno industriale. È<br />
un’importante area di molluschicoltura (5000 t a -1 ), la maggiore in<br />
Sardegna. La mitilicoltura è fortemente influenzata dalla qualità ambientale<br />
e un problema particolarmente importante in questo senso è la<br />
presenza di alghe potenzialmente tossiche, regolarmente monitorate<br />
dall’inizio degli anni ‘90. I primi dati ecologici relativi allo stato trofico<br />
sono stati raccolti nel 1987, in connessione con una moria animale<br />
contemporanea ad una fioritura fitoplanctonica che aveva causato colorazione<br />
delle acque, in un quadro di evidente eutrofia. Nella seconda<br />
metà degli anni 2000 sono stati effettuati degli interventi infrastrutturali<br />
riguardanti il sistema portuale e gli scarichi reflui ed industriali di<br />
Olbia, questi ultimi finalizzati a ridurre l’eutrofizzazione del golfo.<br />
Sono disponibili serie di dati a lungo termine dei descrittori di base<br />
del compartimento pelagico (trasparenza, temperatura, pH, conducibilità,<br />
ossigeno disciolto, alcalinità) e della trofia delle acque (nutrienti,<br />
clorofilla a, densità cellulare, biomassa e composizione in specie del<br />
fitoplancton). La raccolta dei dati è iniziata nel 1992 per quanto riguarda<br />
il solo fitoplancton, a cui si sono aggiunte le altre variabili ambientali<br />
nel 1995. Dal 2008, la raccolta è proseguita senza interruzione<br />
solo per i dati relativi al fitoplancton.<br />
La Fig. 20.2.2 (alto) pone in evidenza le abbondanze dal 1999 al<br />
2010 del genere Alexandrium, comprendente specie responsabili della<br />
Paralytic Shellfish Poisoning (PSP). Nell’estate del 1999 è stata accertata<br />
per la prima volta la presenza di Alexandrium catenella (Whedon<br />
& Kofoid) Balech nel golfo, osservato anche negli anni successi, sempre<br />
con densità modeste. Nel 2002 si è verificato il primo caso di tossicità<br />
nei mitili (PSTs > di 800 μg kg -1 pe), seguito da un evento simile<br />
nel 2003. Negli anni seguenti le abbondanze sono diminuite. A. catenella<br />
veniva considerato uno dei pochi casi documentati di specie<br />
invasive introdotte nel Mediterraneo. Negli ultimi anni si è ipotizzato<br />
che l’espansione della specie possa essere spiegata con una sua presenza<br />
da lungo tempo nel Mediterraneo e che, grazie a condizioni ambientali<br />
più favorevoli al suo accrescimento, sia stato possibile il suo