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70 La rete <strong>LTER</strong> <strong>italia</strong>na<br />
La Riserva della Valbona ha una estensione di 123 ha ed é situata<br />
nelle foresta di Paneveggio ed é caratterizzata, nella maggior parte<br />
della sua estensione, da una pecceta subalpina che ai limiti altitudinali<br />
superiori sfuma in un bosco misto con abete rosso, larice, pino cembro<br />
e localizzati popolamenti di pino mugo. La Riserva é stata istituita nel<br />
1990 in un settore della foresta fertile ma poco disturbato dall'uomo<br />
negli ultimi decenni. La Riserva é suddivisa in un settore di Riserva<br />
Integrale (73,7 ha, circa il 65% della superficie), dedicata al monitoraggio<br />
ed alla ricerca, ed in settore di Riserva orientata dedicato alla<br />
ricerca selvicolturale. Le ricerche di carattere ecologico-selvicolturale<br />
sono iniziate già a partire dall'inizio del XIX° secolo quando la foresta<br />
era proprietà dell'Impero austriaco. La foresta é nota a livello mondiale<br />
per la produzione di legno di risonanza utilizzato per la produzione<br />
di strumenti musicali già a partire dal XVII° secolo. Le foreste sono<br />
di origine naturale ma sono state gestite dall'uomo per secoli. Nella<br />
Riserva il disturbo antropico é stato limitato nell'ultimo secolo. La Foresta<br />
di Paneveggio ha una delle più lunghe serie di Piani di assestamento<br />
forestale delle Alpi <strong>italia</strong>ne (1874-2005).<br />
Nelle 7 aree di monitoraggio intensivo (ciascuna di circa 1 ha di<br />
superficie) gli alberi con diametro maggiore di 7.5 cm a 130 cm di altezza<br />
sono mappati (oltre 3000 individui) e sono previsti inventari periodici<br />
(1994; 2004). Sono effettuate misure di incremento, natalità,<br />
mortalità, variazioni strutturali (altezza, proiezione delle chiome), legno<br />
morto (tipo, quantità e grado di decomposizione), rinnovazione<br />
(numero di individui, vitalità, presenza di danni). Annualmente viene<br />
analizzata (con trappole disposte in 32 siti, disposte in tre settori altitudinali<br />
all'interno della Foresta) la produzione seme (quantità, qualità<br />
e grado di germinazione dal 1962-2011) e, in un'area di studio localizzata<br />
all'interno della Riserva orientata, la produzione individuale di<br />
strobili (in 13 individui 1985-2011). L'impatto degli ungulati selvatici<br />
sulla rinnovazione forestale (1995-2005) é monitorato nell'intero Parco<br />
Naturale Paneveggio-Pale di S. Martino mediante 225 punti di<br />
campionamento permanenti. Il Parco effettua ricerche e censimenti<br />
faunistici sulle specie ungulate e ricerche sui tetraonidi (ed in particolare<br />
sul gallo cedrone).<br />
Ricerche in corso: dinamica forestale, rinaturalizzazione delle foreste<br />
sottratte alla gestione ordinaria, ecologia dell'abete rosso, impatto