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I siti <strong>LTER</strong> 171<br />
marea genera caratteristici ambienti intertidali tra i quali spiccano le<br />
barene, formazioni dall’aspetto di basse “isole” tabulari coperte da una<br />
densa vegetazione alofila, uniche nel contesto mediterraneo. Nel corso<br />
del XX secolo le alte maree eccezionali sono divenute sempre più frequenti<br />
cosicché, per la protezione della Città, si è adottato un sistema<br />
di paratoie mobili (il Sistema Mo.S.E.) in fase di completamento e oggetto<br />
di accesi dibattiti.<br />
L’ecologia della Laguna è fortemente condizionata dai gradienti<br />
ambientali, soprattutto dalle condizioni idrologiche e dal ricambio i-<br />
drico che modulano gli inputs determinando le caratteristiche chimiche<br />
delle acque e dei sedimenti. La laguna di Venezia può essere considerata<br />
come polialina (18 and 30 PSU), l’immissione di acque dolci<br />
genera, però, un gradiente salino con salinità minori si nelle fasce più<br />
interne dove ci sono maggiori apporti di acqua dolce.<br />
Il rapporto tra superficie acque della laguna e profondità è altissimo<br />
per cui in laguna sono molto forti i processi chimico-fisici e biologici<br />
legati ai fondali. Anche la granulometria dei sedimenti e l’accumulo<br />
della sostanza organica in essi riflettono l’idrodonamica generale, nelle<br />
aree interne i sedimenti sono dominati da limi e argille con forte accumulo<br />
di sostanza organica, mentre verso le bocche di porto diventano<br />
più sabbiosi e più poveri in sostanza organica. La degradazione microbica<br />
dei materiali organici è un fattore molto importante nel determinare<br />
la struttura delle biocenosi lungo il gradiente terra-mare, in<br />
quanto influenza il contenuto di ossigeno e la presenza di composti<br />
tossici nelle acque selezionando le specie più tolleranti.<br />
Le attività di ricerca in laguna, oltre alla comprensione dei fenomeni<br />
naturali, sono rivolte allo studio degli effetti ecologici delle maggiori<br />
pressioni agenti sul sistema, tra i quali l’input di nutrienti di origine<br />
agricola ed urbana che genera un grado di trofia medio-alto molto<br />
inferiore ai livelli drammatici degli anni 70-90 che portarono alle note<br />
crescite esplosive di macroalghe, l’ancora intensa attività industriale e<br />
portuale (Porto Marghera, stazione marittima di Venezia, porto commerciale<br />
di Chioggia), il rilascio di inquinanti accumulatisi nei sedimenti,<br />
l’intenso traffico di navi ed imbarcazioni minori, per trasporto<br />
di merci e persone, la banalizzazione morfologica legata alle notevoli<br />
modifiche apportate ai canali per consentire il passaggio delle navi.