Rafael Benítez, Universidad de Valencia - framespa

la milicia, como el intento de eliminar la hostilidad que la población alimentaba hacia ella. No
se comprendían, en primer lugar, las motivaciones que habían inducido a la creación de este
nuevo cuerpo armado. "Non è necessario", se decía, "che siano ascritti a detta militia,
maggiormente che senza questo obligo per antiqua consuetudine tutte le città e terre del
Regno in tempo di necessità sono tenuti a servire, dove più il bisogno richiedesse, e con
maggior numero di gente di quello, che sono obligati alla militia". En efecto, ya en los
primeros decenios del siglo XVI en realidad se había ya aportado todo esfuerzo para
aumentar y mantener las tropas de soldados de infantería y caballería.
En 1528, el Parlamento se comprometía a mantener doscientos soldados a caballo
“armati alla liggera” 12 y en 1532 se decidía la creación de un contingente de diez mil
soldados de infantería, seis mil tendrían que ser de los reinos y cuatro mil extranjeros 13 .
Todavía, en 1543 se acordaba el pago de otros tres mil soldados de infantería por un periodo
de seis meses – “lo soldo delli quali si intenda in tutto di scudi sessanta milia” – a los que , en
caso de extrema necesidad, se habrían podido añadir otros cinco mil 14 . La constitución de la
Nuova Milizia parecía pues poner también en duda la “natural” colaboración del reino, que en
cambio – así se subrayaba - en distintas ocasiones había demostrado tomar parte en la defensa
sin poner nunca algún obstáculo o protesta. Además era opinión común que:
la militia introdotta in questo regno non è solamente dannosa a regnicoli ma dannosissima al
servitio di Vostra Maestà, percioché essendo a quella ascritti e obligati per la maggior parte
quelli huomini, che fanno gli arbitrii formentari, delle sete e d’altre cose, nella quale consiste
tutta la facoltà dei regnicoli, e per conseguente la utilità dei dritti di Vostra Maestà, così delle
estrattioni de formenti, come delle altre gabelle, né potendo attendere a detti arbitrii per
cagione di essa militia, nella quale sono occupati buona parte dell’anno, e spetialmente nel
tempo, che si reccoglieno le sete, grani e vini, ne aviene per forza, che abandonandoli, ne
seguino i danni sopranarrati […] oltre che tutte le città e terre de regno pagano buona
somma per polvere, corde di fuoco, piombo da balle, taballi, trombette, e altre cose
necessarie 15 , e la Regia Corte ne viene a sentire lo interesse dei salari che ogni anno paga al
revisore di detta militia, a sergenti e altri officiali che attendono a far essercitare i soldati 16 .
El descontento aumentaba todavía más porque – en las comunidades en las que debían
celebrarse las muestras generales de las sargenterías y las particulares de las compañías - se
debía dar alojamiento a todos los oficiales y soldados de la milicia sin pago, y se establecía
que "né alcuna persona di qualsivoglia stato, grado, e foro sia assente di questo peso, e i
giurati habbiano particolare cura di fare con preventione ritrovare pronta commodità di
vettoaglia senza incarimento di prezzi" 17 . Además, más allá de la carga ordinaria del servicio,
12 «Li tre bracchij del Regno offeriscino per la custodia di questo Regno cavalli duicento armati alla liggera, comprehensi in detti quattro
Capitanij, e quattro alferi, li quali capitanij e genti di cavallo siano e diggiano essiri siciliani oriundi da eliggersi però ditti capitani dal detto
Signor Illustre viceré e habbia da stare in detto regno per lo servitio di Magestà Sua, da pagarisi cioè ad ogni capitanio ducati vinti d’oro lo
misi, ad ogni alferi docati dudeci lo misi e ognuno de li soldati di cavalli ducati sei lo misi, e la summa chi sarrà e ascendiranno dittij salarij
con alcuni altri spisi minuti nicissarij per lo effetto sudetto non possano ascendere più di ducati cento d’oro da pagarsi detto salario per lo detto
Regno, cioè per lo bracchio ecclesiastico si haggia di pagari la quinta parti, per lo bracchio militare li dui quinti parti, e per lo bracchio
demaniali li dui altri quinti parti» (sesión del Parlamento del 23 marzo de 1528, en A. Mongitore, Parlamenti generali del Regno di Sicilia
dall’anno 1446 fino al 1748, Palermo, 1749, p. 172).
13 A. Mongitore, Parlamenti generali del Regno di Sicilia dall’anno 1446 fino al 1748 cit., p. 205.
14 Sesión del Parlamento del 6 de marzo de 1543, ibidem, p. 227.
15 «Et perché detti soldati archibuseri ultra lo continuo travaglio che tengono in le mostre come l’altri soldati sono ancora loro necessitati
dispendere in polvere, piombo e mecci, tanto per comparere in mostre generali come per asicurarse e esercitarse in lo tirare de detti archibusi e
scopette, volimo per questo e ordinamo che ciascuna delle università habbia e debba donare ad ogni uno soldato de piede archibusero descritto in
la militia in tutto l’anno rotolo mezo de polvere d’archibuso e uno quarto e mezo de rotolo de piombo» (Ordinationi e instrutioni della militia di
questo fidelissimo regno de Sicilia fatte per noi Juan de Vega, viceré e Capitanio Generale per Sua Majestà, 1 Febrero, XII Ind. 1554 cit.).
16 Capitula Regni Siciliae, ed. a cura di F. M. Testa, Palermo 1743, tomo II, reimpresión facsímil a cargo de A. Romano, Rubbettino, Soveria
Mannelli, 1998, 1563, cap. XXV, 1563, pp. 254-55.
17 Ags, Estado, leg. 1158, f.51.
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