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Rivista italiana di numismatica e scienze affini - Medievalcoinage.com

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IL MUSEO BOTTACIN 9I<br />

avrebbe al certo fatto in età più matura per l'avanzamento<br />

della nummografia <strong>italiana</strong>. Ma ebbe sorte avversa anche per<br />

ciò, perchè <strong>di</strong>vorato dalla febbre <strong>di</strong> una mente in continua<br />

ebullizione, la fibra fortissima del suo corpo ne restò s<strong>com</strong>-<br />

paginata, e quel suo cuore, che racchiudeva tanto tesoro <strong>di</strong><br />

nobili affetti, cessò <strong>di</strong> battere troppo presto. Il suo nome re-<br />

sterà tuttavia <strong>com</strong>pianto e riverito, né ombra alcuna offuscherà<br />

la sua memoria, avvegnaché egli fosse altrettanto nobilissimo<br />

uomo ed impareggiabile amico quanto fu ingegno elevato.<br />

Trento <strong>di</strong>e nacque e crebbe città <strong>italiana</strong>, <strong>com</strong>e confermò<br />

quell'egregio, ebbe zecca dalla fine del secolo XII, pei suoi<br />

vescovi, ai quali ne era stato trasferito il dominio dagli im-<br />

peratori. Le sue più antiche monete, <strong>com</strong>prese quelle del<br />

vescovo Niccolò da Bruna, furono lavorate alla legge e nello<br />

stile <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> altre città italiane, da artefici italiani. Non<br />

così le posteriori, perché le ponderose <strong>di</strong> Bernardo <strong>di</strong> Clesio,<br />

quantunque il Gazzoletti noi <strong>di</strong>cesse, furono battute nella<br />

zecca operosa dell'arcivescovo <strong>di</strong> Salisburgo Matteo Lang,<br />

e basta mettere a raffronto alcuni pezzi dei due prelati per<br />

restarne convinti. Il Clesio deve aver preferito <strong>di</strong> servirsi<br />

della officina <strong>di</strong> quel suo amico per ragioni <strong>di</strong> economia, non<br />

convenendo probabilmente a lui, che coniava più per osten-<br />

tazione che per bisogno, <strong>di</strong> riaprire la zecca <strong>di</strong> Trento che<br />

dopo il Da Bruna era rimasta chiusa per tanti anni. Che poi<br />

egli facesse lavorare le sue belle monete più per altro per<br />

constatare tale suo <strong>di</strong>ritto, può dedursi dalla molta rarità <strong>di</strong><br />

esse e dulia mancanza <strong>di</strong> monete piccole. L' ambizione del<br />

vescovo trentino non arrivò però fino alla coniazione <strong>di</strong> mo-<br />

nete d'oro, delle quali tante ne fece quello <strong>di</strong> Salisburgo.<br />

Figurano in questo museo vari grossi ^\ o^éX\ attribuiti<br />

ai vescovi Salomone, Federigo ed Egnone, ed un doppio<br />

denaro <strong>di</strong> Niccolò, tutte monete rare, se si eccettuino i grossi<br />

del Wanga. Sono <strong>di</strong> singolare bellezza e conservazione, ol-<br />

treché assai rari, i due talleri, grosso e sottile, i^d il doppio<br />

tallero <strong>di</strong> Bernardo Clesio , del quale pertanto non manca<br />

che il testone, rarissimo fra i <strong>di</strong> lui pezzi. Vi si osserva an-<br />

che il donarlo del vescovo Pietro Vigilio, sì in oro che in<br />

argento, lavorato anch'esso nella zecca <strong>di</strong> Salisburgo coi<br />

coni del valente intagliatore Francesco Matzenkopf.

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