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Rivista italiana di numismatica e scienze affini - Medievalcoinage.com

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92 CARr,0 KUNZ<br />

Gorizia.<br />

Sebbene fino dall'anno looo abbiasi memoria nella sto-<br />

ria dei Conti <strong>di</strong> Gorizia, fu soltanto nel 1120 ch'ebbe principio<br />

la serie dei nuovi signori che interessano il nostro assunto,<br />

con Engelberto I e Mainardo I, i quali da alcuni si vogliono<br />

della casa <strong>di</strong> Merania, da altri <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Andechs, ma che<br />

più verosimilmente <strong>di</strong>scesero dai Conti <strong>di</strong> Lurn della Pu-<br />

steria. Si mantennero per quasi quattro secoli nel dominio<br />

della Contea <strong>di</strong> Gorizia, col titolo <strong>di</strong> Conti <strong>di</strong> Gorizia e del<br />

Tirolo , al quale più tar<strong>di</strong> aggiunsero quello <strong>di</strong> Palatini <strong>di</strong><br />

Carintia. Esercitarono il <strong>di</strong>ritto sovrano della zecca, parte <strong>di</strong><br />

quello delle gabelle, perchè in<strong>di</strong>pendenti, e fecero lavorare<br />

le loro monete in Gorizia ed in Lienz , città della valle <strong>di</strong><br />

Puster, che faceva parte dei loro domini (9). Per la <strong>com</strong>u-<br />

nanza <strong>di</strong> possesso ch'ebbero <strong>di</strong> Gorizia e del Tirolo, le loro<br />

monete toccano a quelle <strong>di</strong> Merano, <strong>com</strong>e d'altra parte, pel<br />

conte Enrico II, il più illustre del casato, creato vicario im-<br />

periale <strong>di</strong> Treviso, esse concorrono in parte a <strong>com</strong>porre le<br />

serie <strong>di</strong> questa città, nella quale egli risiedette lungamente,<br />

facendovi battere i grossi aquilini ed i piccoli che ne portano<br />

il nome.<br />

Le monete <strong>di</strong> questi conti furono <strong>di</strong>chiarate in apposite<br />

<strong>di</strong>ssertazioni dal Coronini, dal Welzl e dallo Schweitzer.<br />

Questi, se vi avesse messo buona volontà e critica, avrebbe<br />

potuto rendere l'opera sua allettevole e <strong>com</strong>pleta, ma non<br />

(9) È questione fra gli scrittori se questi conti abbiano per qualche<br />

tempo fatto lavorare le loro monete anche in Gorizia. Il Coronini,<br />

il Welzl, ed il Delia-Bona lo affermano, ma l'illustre dott. Pietro Kandler<br />

scrive non esservi traccia alcuna d'officina monetaria per Gorizia. La<br />

iscrizione de Luonze sovra il maggior numero <strong>di</strong> queste monete <strong>di</strong>mo-<br />

stra bensì una prevalenza <strong>di</strong> Lienz nella loro fabbricazione, ma d'altra<br />

parte si notano in esse tali <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> maniera che non è agevole<br />

spiegare con la sola <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo. Molte furono lavorate da arte-<br />

ilei italiani, <strong>com</strong>e avvenne per Merano e per Trento. Il Coronini reca<br />

un accordo dell' anno 1351, fatto a nome dei fratelli Alberto IV, Mainardo<br />

VII ed Enrico III, con Zilio Fiorentino, per la battitura <strong>di</strong> de-<br />

nari. Anche il fiorino d'oro, che prima pubblicò Serrure, si palesa opera<br />

<strong>di</strong> valente intagliatore italiano.

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