L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

«Se ti è cara la vita ricorda che è
cara anche alle altre creature e non
dimenticare che la luna illumina
tutti con la stessa luce: i re come i
fiori delle più piccole campanule».
Antica massima indiana
Campanula persicifolia e Campanula
scheuchzeri
Le campanule, come briciole di cielo
In genere, hanno corolle che imitano perfettamente la forma di una minuscola
campana e, quasi, ci si aspetta di sentirle tintinnare sotto l’azione di un rèfolo
di vento. Il colore dei loro fiori ripete, in molte varianti, le trasparenti sfumature
del cielo in ogni momento della giornata: rosa-madreperla all’aurora, azzurro
di prima mattina, celeste quando il sole è più alto, blu nel primo meriggio
e sfumato di viola verso il tramonto.
Le campanule sono tutto questo e molto di più: alte pochi centimetri o con fusti
che superano il metro, rappresentano uno dei motivi cromatici più frequenti
sulle nostre montagne, considerato che nella flora italiana sono presenti ben
settanta specie di Campanula, suddivise in dieci generi.
È da sperare che il degrado ecologico non ci privi della loro grazia, della loro
bellezza. Axel Munthe, ne La storia di san Michele, dice: «Chiazze di campanule
spuntano da ogni roccia. La primavera, ancora una volta è tornata… Pochi
fiori selvatici per raccontare meravigliose fiabe».
Queste le parole di un poeta, questa l’immagine rimasta nella memoria di Axel
Munthe, ormai cieco, che attraverso l’azzurro di qualche ciuffo di Campanula
idealizza il ricordo di un paesaggio italiano nel tepore della bella stagione.
Una citazione cui se ne potrebbero aggiungere molte altre, senza dimenticare
le innumerevoli figurazioni pittoriche, soprattutto dal XIV secolo alla fine del
Rinascimento, dove campanule, pratoline e altri fiori di campo rappresentavano
elementi quasi simbolici di un realismo naturalistico di grande suggestione.
La campanula, dunque, pur così fragile, tenera, diventa un personaggio
importante nel panorama culturale, ma essenzialmente in quello botanico del
nostro Paese, anche in virtù della sua vasta area di diffusione, oltre alle innegabili
doti di bellezza, di grazia, di colore.
Che si chiami campanella barbuta o Campanula barbata, campanula spigata o
Campanula spicata, campanula a capolino o Campanula glomerata, campanula
soldanella o Campanula cochleariifolia, campanula di monte o Campanula
scheuchzeri, campanella serpeggiante o Campanula rapuncoloides, campanella
persicifoglia o Campanula persicifolia, raponzolo minore o Campanula patula,
campanula a foglie larghe o Campanula latifolia, cominciamo ad ammirare
questo fiore già attorno ai 200 metri di altitudine e continuiamo a incontrarlo,
nelle varie specie, sino al limite dei tremila, dove la vegetazione arborea cede
il passo ai pascoli, al piede delle rocce e dei ghiaioni.
Lassù la neve non è lontana e il vento soffia impetuoso, ma la Campanula è una
108