L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio
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Eritrichio nano.<br />
ghe «nicchie» sull’Appennino. Il nostro... incontro con i Myosotis potrebbe concludersi<br />
qui, ma per amore <strong>di</strong> precisione, e anche a puro titolo <strong>di</strong> curiosità, riteniamo<br />
opportuno ricordare che comunemente si usa in<strong>di</strong>care come nontiscordar<strong>di</strong>mé<br />
nano l’Eritrichium nanum, pianta che con il Myosotis alpestris o con<br />
il Myosotis palustris ha ben poco da vedere, tolta la famiglia <strong>di</strong> appartenenza<br />
ossia la famiglia delle Boraginacee. L’eritrichio nano, detto anche miosotide blu,<br />
è una specie che raramente supera i quin<strong>di</strong>ci centimetri <strong>di</strong> altezza, forma densi<br />
cuscini, pre<strong>di</strong>lige i pascoli dove affiorano isole <strong>di</strong> roccia che fungono da provvidenziale<br />
riparo contro il vento e i rigori notturni. Le in<strong>fiore</strong>scenze dell’eritrichio<br />
nano possono essere terminali oppure situate all’ascella delle minuscole<br />
foglie, non più lunghe <strong>di</strong> un centimetro. Le corolle sono <strong>di</strong> uno splen<strong>di</strong>do blu,<br />
brillante e morbido insieme, con qualche rara apparizione <strong>di</strong> fiori bianchi. Il<br />
periodo <strong>di</strong> fioritura va da giugno ad agosto, ma anche in settembre è possibile,<br />
ammirare qualche ciuffo <strong>di</strong> Eritrichium nanum in piena attività vegetativa.<br />
Non è facile, a un primo esame, <strong>di</strong>stinguere i Myosotis dall’Eritrichium nanum<br />
e questo giustifica l’aver accomunato queste specie sotto il popolare nomignolo<br />
<strong>di</strong> nontiscordar<strong>di</strong>mé. Anzi, questo arbitrio, questa inesattezza, si risolvono<br />
in modo del tutto positivo se vogliamo rifarci alle considerazioni iniziali, se<br />
vogliamo dare al miosotide il compito <strong>di</strong> «ricordare», ma anche <strong>di</strong> «ammonire».<br />
Diventano così due le delicate fragili piante alpine che suggeriscono all’uomo<br />
una maggiore attenzione verso le meraviglie e i problemi <strong>della</strong> Natura. Basta<br />
entrare in sintonia con questo mondo affascinante e prezioso per capire come,<br />
a volte, possa essere più valido e preciso il messaggio <strong>di</strong> pochi, minuscoli fiori<br />
che sembrano fatti <strong>di</strong> porcellana o <strong>di</strong> cielo, rispetto a tanti, enfatici <strong>di</strong>scorsi<br />
che definire demagogici è troppo benevolo.<br />
SCHEDA BOTANICA<br />
Nome scientifico: Myosotis bianco. Fioriscono dalla primavera all’estate<br />
Nomi popolari: nontiscordar<strong>di</strong>mé, ricordo Caratteristiche: piante erbacee perenni, alte da<br />
d’amore, talco celeste, miosotide, occhi <strong>della</strong> 15 a 40 centimetri; le foglie sono oblunghe,<br />
Madonna molli, pelose. Vivono bene anche in terreni<br />
Origine: Europa, Africa e Asia intrisi d’acqua o al margine dei torrenti<br />
Famiglia: Borraginacee Etimologia: il nome proviene dal greco myós,<br />
Fiori: minuscole corolle in spighe terminali, sorcio, e otós, orecchio, a causa delle foglie<br />
<strong>di</strong>vise in quattro lobi; il colore varia dal celeste pelose che richiamano nella forma le orecchie<br />
al blu chiaro, con alcune varianti in rosa e in <strong>di</strong> un topolino<br />
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