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L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

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SCHEDA BOTANICA<br />

Nome scientifico: Rosa<br />

Nomi popolari: rosa delle siepi, rosa canina,<br />

rosa selvatica, spina novella, rosa spina,<br />

rosella, rosa macchiaiola, roselline <strong>di</strong> pruni,<br />

rosa <strong>di</strong> macchia, biancarosa<br />

Origine: regioni fredde e temperate<br />

dell’emisfero boreale<br />

Famiglia: Rosacee<br />

Fiori: solitari o in mazzi, formati da cinque<br />

petali, con un ricco ciuffo <strong>di</strong> stami. Il colore<br />

varia dal bianco al rosa al rosso; fioritura<br />

primaverile che può rinnovarsi verso la fine<br />

dell’estate<br />

Caratteristiche: arbusto spinoso con tralci<br />

lunghi sino a quattro metri che formano un<br />

groviglio impenetrabile. Foglie composte da 5­<br />

7 foglioline dentate, ovali, lucide. Frutti ovali,<br />

carnosi e lisci, eduli, aciduli detti «cinorrodonti»<br />

Etimologia: il nome rosa è <strong>di</strong> antica origine<br />

latina; in greco questo <strong>fiore</strong> si chiamava rodon,<br />

in arabo ward, in celtico rhodd o rhudd (rosso)<br />

e in sanscrito warda<br />

Rosa pendulina e Rosa majalis.<br />

no origine a ricettacoli fruttiferi rosso vivo, ovaliformi, ricchi <strong>di</strong> vitamina C, dai<br />

quali si ricavano una gradevole marmellata, una tisana curativa e altre preparazioni<br />

erboristiche.<br />

Molto interessante anche la Rosa glauca, o rosa verde-azzurra per il colore del<br />

fogliame (rosier glauche in francese, glaucous rose in inglese e Meerblau rose in<br />

tedesco) che fiorisce da giugno a settembre con mazzi <strong>di</strong> corolle rosa intenso<br />

con petali sfumati <strong>di</strong> bianco alla base.<br />

È piuttosto spinosa, vive fra i 700 e i 2000 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne, dai Pirenei all’Ungheria<br />

e sull’Appennino sino al tratto abruzzese. La stessa area <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />

caratterizza la rosa alpina o Rosa pendulina (rosier des Alpes in francese, boursault<br />

in inglese e Berg-rose in tedesco) che fiorisce da giugno a settembre e si<br />

può ammirare da 500 a 2600 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne, in varie situazioni ambientali:<br />

nel fitto delle macchie arbustive come lungo le morene e sui pen<strong>di</strong>i esposti a<br />

pieno sole.<br />

Le spine <strong>di</strong> questa specie sono <strong>di</strong> tipo quasi erbaceo, le corolle sono isolate,<br />

piuttosto gran<strong>di</strong>, rosa-carminio, ed emanano un leggero odore <strong>di</strong> trementina.<br />

Quella appena descritta è senz’altro la rosa <strong>di</strong> siepe più vivacemente colorata:<br />

infatti, le corolle <strong>della</strong> Rosa agrestis (eglantier agreste in francese, agrestic eglantine<br />

in inglese e Bäuerlich rose in tedesco) sono caratterizzate da una lievissima<br />

sfumatura rosa avorio. Da questi fiori che sbocciano da maggio a luglio<br />

emana un tenue profumo speziato. L’arbusto è cosparso <strong>di</strong> spine lunghe e acute<br />

e le foglie sono verde intenso, lucide sulla pagina superiore. La rosa agreste è<br />

presente lungo tutto l’arco alpino, sugli Appennini e nelle nostre isole.<br />

L’ultima rosellina selvatica, tipica <strong>della</strong> flora italiana, è la Rosa elliptica (rosier<br />

à folioles elliptiques, in francese, elliptical rose in inglese, Elliptischer rose in<br />

tedesco, biancarosa nella <strong>di</strong>zione popolare). Si tratta <strong>di</strong> una specie piuttosto<br />

rara, che ama i luoghi assolati e rocciosi, fra 400 e 1800 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne,<br />

presente in Italia soprattutto sulle Prealpi e sull’Appennino ligure e tosco-emiliano;<br />

le sue spine sono rade, ma adunche.<br />

I fiori compaiono in maggio e si rinnovano sino ad agosto; sono bianchi e profumano<br />

un poco <strong>di</strong> resina.<br />

Il nostro incontro con le cinque rose alpine, con le cinque antichissime specie<br />

che nelle loro cellule conservano un patrimonio genetico vecchio <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci milioni<br />

<strong>di</strong> anni, il nostro incontro con le rose <strong>di</strong> siepe finisce qui.<br />

Non abbiamo raccontato cose curiose su questi arbusti che, apparentemente,<br />

non vantano caratteristiche degne <strong>di</strong> nota: hanno solamente il pregio, e non<br />

sembri poco, <strong>di</strong> avere attraversato un lungo arco <strong>di</strong> tempo conservando l’identico<br />

aspetto del momento nel quale sono apparse sulla Terra. Se fosse possibile<br />

guardare attraverso i loro petali, con un magico apparecchio, ritroveremmo<br />

l’immagine <strong>di</strong> animali mostruosi, <strong>di</strong> terrificanti eventi climatici, <strong>di</strong> storie<br />

intrecciate a miti e leggende. In una parola, la favola <strong>della</strong> meravigliosa avventura<br />

che si chiama vita.<br />

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