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L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

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«Forse le fate, per incipriarsi il viso,<br />

usano i fiori <strong>della</strong> globularia, intrisi<br />

<strong>di</strong> sole o <strong>di</strong> luna; sarà un magico<br />

rito celebrato soltanto dalle<br />

creature del bosco».<br />

Gunther Frommel<br />

Globularia vulgaris. Nella foto: Globularia<br />

nu<strong>di</strong>caulis.<br />

La globularia, come fiocchi <strong>di</strong> ciniglia<br />

Scientificamente è classificata come Globularia, dal latino globus, sfera, a causa<br />

delle sue minuscole in<strong>fiore</strong>scenze globose lilla e anche celesti, con qualche<br />

varietà bianco-rosa o violetto. Nel gergo popolare, prende vari nomi: bottonaria,<br />

testette, teista neigra, toson, <strong>fiore</strong> <strong>di</strong> san Luigi e sgoibe.<br />

È un genere che comprende una ventina <strong>di</strong> specie, e sette sono presenti in Italia,<br />

limitatamente al centro-nord, dalla pianura sino a 2200 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne:<br />

nei terreni sassosi o rocciosi, piuttosto poveri e ari<strong>di</strong>. È interessante il contrasto<br />

fra la vellutata fragilità <strong>della</strong> globularia e le caratteristiche del suo habitat,<br />

aspro e pietroso, interrotto soltanto da ciuffi <strong>di</strong> gramigna e dalle chiazze color<br />

pastello dei fiori <strong>di</strong> cui stiamo parlando.<br />

La Globularia è una pianticella alta da 5 a 30 centimetri, perenne, con foglie a<br />

forma <strong>di</strong> spatola <strong>di</strong>sposte a rosetta alla base <strong>di</strong> esili fusti che sostengono i capolini<br />

terminali e solitari che sembrano fatti <strong>di</strong> morbida peluria. La fioritura<br />

dura da aprile al pieno dell’estate, a seconda del clima e dell’altitu<strong>di</strong>ne. Per<br />

completare la descrizione <strong>della</strong> globularia, ricor<strong>di</strong>amo che essa esala un aroma<br />

intenso ed è considerata pericolosa, quin<strong>di</strong> da non prendere in considerazione<br />

come specie me<strong>di</strong>cinale per quanto le siano riconosciuti molti meriti<br />

come lassativo. Il suo uso è consentito soltanto a livello industriale, sotto controllo<br />

delle aziende farmaceutiche.<br />

Oltre che in Italia, la globularia è presente in altri Paesi dell’area me<strong>di</strong>terranea,<br />

nelle isole <strong>di</strong> Capo Verde e nell’Africa nord occidentale.<br />

I francesi chiamano questa pianta globulaire, gli inglesi globe flower e i tedeschi<br />

la in<strong>di</strong>cano come Kugelblume.<br />

Dato che le globularia sono piantine molto decorative e <strong>di</strong> facile coltura, ve<strong>di</strong>amo<br />

<strong>di</strong> conoscere meglio le specie più rappresentative e dalla fioritura più interessante,<br />

a cominciare dalla Globularia vulgaris, con in<strong>fiore</strong>scenze che spesso tendono<br />

al blu, da non confondere con la Globularia alypum, leggermente legnosa, tipica<br />

delle zone appenniniche, rocciose. Queste due specie, venivano ampiamente<br />

usate nell’antichità a scopo curativo, ma non <strong>di</strong> rado si verificavano gravi incidenti<br />

perché la Globularia alypum veniva confusa con la Globularia turbith dall’azione<br />

purgativa tanto violenta da averle meritato il nome <strong>di</strong> pianta terribile.<br />

In giar<strong>di</strong>no, le globularia, oltre che per formare bordure, sono davvero preziose<br />

per arricchire i cosiddetti muri fioriti, completi <strong>di</strong> tasche dove inserire i vari<br />

esemplari.<br />

Altrettanto interessante l’impiego <strong>della</strong> globularia sul giar<strong>di</strong>no roccioso, nel<br />

bordo misto all’inglese, oppure in basse ciotole da collocare lungo i vialetti, al<br />

margine dei lastricati oppure sul balcone.<br />

La globularia <strong>di</strong>venta così una pianta... domestica, conserva la sua grazia, ma<br />

sicuramente perde parte del suo fascino, del particolare contrasto fra la tenera<br />

grazia delle sue in<strong>fiore</strong>scenze e l’abituale aspetto dei luoghi in cui essa nasce<br />

allo stato spontaneo, là dove i suoi semi portati dal vento trovano le giuste<br />

con<strong>di</strong>zioni d’ambiente e <strong>di</strong> vita.<br />

Certo, le globularia sono piccole piante, quasi insignificanti nel complesso<br />

mosaico <strong>di</strong> specie vegetali che formano l’immenso tappeto <strong>di</strong> verde e <strong>di</strong> fiori<br />

che copre il pianeta chiamato Terra.<br />

Sono piccole specie, ma rappresentano un gra<strong>di</strong>no importante <strong>della</strong> scala che<br />

comincia con i muschi e i licheni e finisce con le sequoie e i baobab, i giganti<br />

ver<strong>di</strong> che dominano le foreste del nord o le savane.<br />

Possono sembrare pianticelle da niente, ma assicurano un’emozione se, camminando<br />

in montagna, a un tratto se ne scorge un cespo tra le rocce o <strong>di</strong> fianco<br />

a un canalone ghiaioso, dove sembra impossibile che un organismo così fragile<br />

possa vivere e fiorire in virtù del sole, del minimo nutrimento presente nel<br />

terreno povero <strong>di</strong> humus, con l’umi<strong>di</strong>tà portata a larghi intervalli dalle piogge<br />

occasionali o dallo sciogliersi delle nevi, a primavera.<br />

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