L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio
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Pinguicula alpina e Pinguicula leptocera; nella<br />
foto grande: Pinguicula vulgaris.<br />
metri; mostrano una rosetta <strong>di</strong> foglie verde-giallo, aderenti al suolo, ovaliformi,<br />
con bor<strong>di</strong> che si ripiegano verso l’alto, a ciotola. Dal cuore <strong>della</strong> rosetta <strong>di</strong> foglie<br />
si alzano gli steli che sorreggono le corolle, steli che hanno un portamento<br />
morbido, si curvano verso il basso nella parte terminale e sono color purpureo.<br />
I fiori, l’abbiamo già detto, hanno un <strong>di</strong>segno che ricorda da vicino quello delle<br />
viole mammole e con la loro bellezza attirano molti insetti. E guai a loro.<br />
Questi ignari cacciatori <strong>di</strong> nettare, nel cercare <strong>di</strong> raggiungere i fiori sfiorano le<br />
foglie e rimangono invischiati sul fondo delle ver<strong>di</strong> ciotole già descritte. Infatti,<br />
la pagina superiore delle foglie è cosparsa <strong>di</strong> ghiandole che secernono una<br />
sostanza collosa che trattiene inesorabilmente gli insetti. Ma non basta: la pinguicola,<br />
nel timore <strong>di</strong> perdere le sue prede, fa sì che le foglie si arrotolino su se<br />
stesse sino a formare una vera e propria prigione.<br />
Dopo tre giorni, quando le foglie riprendono la normale posizione, gli insetti<br />
sono stati ormai <strong>di</strong>geriti, grazie agli enzimi contenuti nelle venticinquemila<br />
ghiandole <strong>di</strong>gestive che tappezzano ogni centimetro quadrato <strong>della</strong> superficie<br />
fogliare.<br />
Soltanto le ali e le zampette testimoniano il passaggio dei malcapitati ospiti che,<br />
andando in cerca <strong>di</strong> cibo, finiscono per <strong>di</strong>ventare essi stessi nutrimento per la<br />
pinguicola, graziosa quanto temibile, che potrebbe essere presa a simbolo <strong>della</strong><br />
bellezza che tra<strong>di</strong>sce.<br />
Come dato singolare, aggiungiamo che la Pinguicola vulgaris, sosia <strong>della</strong> viola<br />
mammola o Viola odorata, è inclusa fra le buone erbe grazie alle sue proprietà<br />
calmanti ed emollienti. In antico le foglie <strong>di</strong> questa specie carnivora venivano utilizzate<br />
per far coagulare il latte. Auguriamoci che l’usanza sia caduta in <strong>di</strong>suso.<br />
Questa è la storia <strong>di</strong> una piccola pianta, che può passare inosservata nel microuniverso<br />
del bosco, confusa tra altre cento specie, che rappresenta una delle<br />
più singolari astuzie messe in atto dal mondo vegetale per far arrivare a domicilio<br />
<strong>di</strong> determinate essenze erbacee il cibo <strong>di</strong> cui hanno bisogno.<br />
Una volta <strong>di</strong> più non rimane che inchinarci <strong>di</strong> fronte alla meravigliosa organizzazione<br />
<strong>della</strong> Natura, alla raffinata strategia che ha, come scopo ultimo, la sopravvivenza<br />
delle specie, tutte importanti ai fini dell’equilibrio ecologico che<br />
possiamo tranquillamente chiamare vita.<br />
Una vita che è fatta <strong>di</strong> tessere gran<strong>di</strong> e piccole ed è <strong>di</strong>fficile stabilire la proporzione<br />
<strong>di</strong> ognuna, l’importanza <strong>di</strong> una piantina alta pochi centimetri, come la<br />
pinguicola, rispetto all’imponente presenza <strong>di</strong> un albero alto metri e metri.<br />
Sono calcoli <strong>di</strong> cui non conosceremo mai l’esatta soluzione, ma che impongono<br />
rispetto perché testimoniano il quoti<strong>di</strong>ano pro<strong>di</strong>gio che circonda la nostra esistenza<br />
e che tanto spesso offen<strong>di</strong>amo con in<strong>di</strong>fferenza e negligenza.<br />
Tutto questo racconta la pinguicola, l’erba unta dalle foglie ricoperte da una<br />
sostanza oleosa e vischiosa, implacabile trappola per gli insetti. E intanto,<br />
dall’alto, i bei fiori delle pinguicole curvano il capo e stanno ad osservare, inconsapevoli<br />
<strong>di</strong> quanto avviene attorno ad essi, ma attivamente partecipi <strong>della</strong><br />
piccola, grande storia del bosco, <strong>della</strong> palude, del torrente, o dello stagno,<br />
del mondo incantato che ha per fondale le montagne.<br />
SCHEDA BOTANICA<br />
Nome scientifico: Pinguicula cosiddette «piante carnivore o insettivore»; le<br />
Nomi popolari: erba grassa, erba da taglio,<br />
erba unta, erba da calli, olearia<br />
Origine: Europa, Asia settentrionale<br />
Famiglia: Lentibulariacee<br />
Fiori: del tutto simili alle viole mammole, dotate<br />
<strong>di</strong> uno sperone più o meno lungo a seconda<br />
<strong>della</strong> specie. Il colore tipico è rosa-porpora con<br />
varianti azzurro-viola, ma può essere bianco<br />
prede vengono imprigionate dalle foglie<br />
coperte da una cera vischiosa e infine <strong>di</strong>gerite<br />
grazie all’intervento <strong>di</strong> un particolare enzima<br />
secreto dalla pianta stessa, che in tal modo,<br />
riesce a procurarsi l’azoto in<strong>di</strong>spensabile alla<br />
propria vita e che non può trovare in<br />
determinati tipi <strong>di</strong> terreno, specie in quello<br />
paludoso, tipico habitat <strong>della</strong> pinguicola<br />
sfumato in giallo nella gola. Fioritura estiva Etimologia: dal latino pinguis, grasso, a<br />
Caratteristiche: la pinguicola fa parte delle in<strong>di</strong>care lo strato untuoso che copre le foglie<br />
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