L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio
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Viola hirta.<br />
Viola tricolor.<br />
ricevono la giusta dose <strong>di</strong> sole decidono <strong>di</strong> provvedere all’autofecondazione all’interno<br />
del <strong>fiore</strong> che non si aprirà mai. Nel chiuso <strong>della</strong> corolla si forma il seme che<br />
poi matura e cade al suolo assicurando la perpetuazione <strong>della</strong> specie. Nelle viole<br />
questo fenomeno è abbastanza frequente e testimonia una sapienza che va ben al<br />
<strong>di</strong> là <strong>di</strong> tutto il tecnicismo <strong>di</strong> cui l’uomo, a giusta ragione, va così fiero.<br />
Ora che siamo penetrati nella più intima morfologia delle viole, scoprendo un<br />
meccanismo biologico davvero sbalor<strong>di</strong>tivo, ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> conoscere un po’<br />
meglio le caratteristiche delle 6 specie presenti sulle Alpi, sulle Prealpi, sugli<br />
Appennini e anche in pianura almeno per una o due <strong>di</strong> esse.<br />
La Viola biflora pre<strong>di</strong>lige i piccoli anfratti delle rocce silicee, fra 700 e 2900 metri<br />
<strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne. È una pianticella fragile, alta da 5 a 20 centimetri, con foglie a forma<br />
<strong>di</strong> cuore e dai margini crenati. Ogni fusticino sorregge due fiori, piccoli,<br />
giallo-oro, segnati da sfumature porpora alla base dei petali. Fiorisce da giugno<br />
ad agosto ed è priva <strong>di</strong> profumo.<br />
Le corolle <strong>della</strong> Viola calcarata sembrano proprio altrettante minuscole farfalle<br />
appoggiate su un denso cuscino <strong>di</strong> foglie ovato-oblunghe, verde scuro. I fusti<br />
che sorreggono i fiori, solitari, odorosi, sono alti un palmo; ogni corolla conta<br />
3-4 centimetri <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro; il colore dei petali varia dal giallo al giallo scuro, dal<br />
viola all’azzurro, con qualche eccezione <strong>di</strong> viole bianche. Il terreno preferito da<br />
questa specie è quello un po’ sassoso, leggermente acido, ad altezze comprese<br />
fra 1200 e 2800 metri. È una specie tipicamente alpina.<br />
Sulle pen<strong>di</strong>ci soleggiate e nelle radure dei boschi, dalla quota collinare sin verso<br />
i 2000 metri, fiorisce la Viola hirta, molto simile alla viola mammola, ma dalle<br />
corolle prive <strong>di</strong> profumo, in un delicato rosa-violaceo oppure color lilla-malva.<br />
Le foglie sono pelose a forma <strong>di</strong> cuore allungato e nascono <strong>di</strong>rettamente dalla<br />
ra<strong>di</strong>ce. Forma densi ciuffi <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> particolare bellezza. Altrettanto interessante<br />
la Viola labraedorica, che ricorda anch’essa la viola mammola, o Viola odorata,<br />
ma senza il profumo delle comuni violette. Questa specie è originaria <strong>della</strong><br />
fred<strong>di</strong>ssima penisola del Labrador, all’estremo nord-est del continente americano,<br />
ma è stata introdotta nella nostra flora e in qualche zona è riuscita a<br />
colonizzare brevi spazi creando splen<strong>di</strong><strong>di</strong> cuscini <strong>di</strong> corolle viola cupo, molto<br />
gran<strong>di</strong>, sorrette da fusti alti appena 6-7 centimetri; le foglie sono ovato-lanceolate,<br />
dai piccioli brevi; fiorisce in giugno.<br />
Viola odorata è il nome scientifico <strong>della</strong> mammola, che in qualche zona viene anche<br />
chiamata <strong>fiore</strong> <strong>di</strong> san Bastiano oppure ciocchetta. Vegeta sino a 1000-1200<br />
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