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L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

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SCHEDA BOTANICA<br />

Nome scientifico: Clematis<br />

Nomi popolari: vitalba, vitalbino, viorna,<br />

vidaelba, culla <strong>della</strong> Vergine, barba <strong>di</strong><br />

vecchio, baffi <strong>di</strong> nonno, neve sulla siepe,<br />

pergola <strong>della</strong> Vergine, fiamma dei boschi<br />

Origine: regioni temperate<br />

Famiglia: Ranuncolacee<br />

Fiori: formati da sepali bianchi, lilla o porpora<br />

a seconda <strong>della</strong> specie, con al centro un ricco<br />

ciuffo <strong>di</strong> stami giallognoli. Alla caduta dei fiori<br />

si formano vistosi portasemi piumosi che<br />

permangono sulla pianta per mesi<br />

Caratteristiche: le clemati<strong>di</strong> hanno leggeri fusti<br />

sarmentosi che si allungano ad abbracciare le<br />

piante vicine e che durante il periodo <strong>della</strong><br />

fioritura le avvolgono in un vero e proprio<br />

scialle fiorito<br />

Etimologia: il nome deriva dal greco klematís,<br />

sarmento<br />

veller’s Joy e i tedeschi Aufrechte waldrebe. Gli steli flessuosi <strong>della</strong> vitalba possono<br />

allungarsi anche sino a una ventina <strong>di</strong> metri e i suoi robusti piccioli consentono<br />

alla pianta <strong>di</strong> aggrapparsi saldamente agli alberi, alle palizzate, a qualsiasi<br />

supporto. La fioritura, in leggere pannocchie bianco-avorio, si verifica in<br />

estate, da giugno ad agosto, e caratterizza i terreni calcarei situati in una fascia<br />

altitu<strong>di</strong>nale che non supera i 1500 metri e che si stende lungo tutta la catena<br />

alpina e parte <strong>di</strong> quella appenninica.<br />

A parte queste caratteristiche estive delle tre clemati<strong>di</strong> che sono parte integran­<br />

te <strong>della</strong> flora delle nostre valli, e anche <strong>della</strong> pianura, è interessante sottolineare<br />

l’apporto decorativo <strong>di</strong> queste specie durante l’autunno e l’inverno, quando<br />

si pongono in evidenza i sericei portasemi del tutto simili ad arruffati gomitoli<br />

<strong>di</strong> fili argentati, soffici e luminosi, che rassomigliano a decorazioni natalizie.<br />

È in questa fase che le «vitalbe» acquistano una bellezza quasi magica, che giustifica<br />

le molte leggende sorte attorno alle clemati<strong>di</strong> che nel linguaggio dei fiori<br />

sono in<strong>di</strong>cate con il significato <strong>di</strong> «povertà» e anche <strong>di</strong> «salvezza» perché le<br />

loro foglie possiedono un alto potere revulsivo e vengono impiegate nella farmacopea<br />

popolare per la cura esterna <strong>di</strong> nevralgie e <strong>di</strong> ulcerazioni, dolori muscolari,<br />

contusioni e <strong>di</strong>storsioni.<br />

Pericoloso, invece, l’uso delle foglie <strong>di</strong> clematide per la preparazione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine<br />

ad uso interno, in quanto queste piante (e soprattutto la Clematis vitalba)<br />

contengono alcaloi<strong>di</strong> dalla notevole azione tossica.<br />

A parte queste notizie specifiche sulle Clematis delle nostre montagne, notevolmente<br />

<strong>di</strong>ffuse lungo i dorsali e nelle macchie, boschive valtellinesi, sarà<br />

interessante sapere che il genere Clematis appartiene alla famiglia delle Ranuncolacee<br />

e comprende oltre 230 specie, fra erbacee, semi arbustive, arbustive<br />

a portamento eretto o rampicanti, oppure con fusti dalle caratteristiche<br />

<strong>di</strong> liana.<br />

Dalle specie originarie, soprattutto a portamento rampicante, sono stati ottenuti<br />

cultivar <strong>di</strong> grande interesse da un punto <strong>di</strong> vista decorativo, utilizzati in<br />

giar<strong>di</strong>no e sul balcone per la straor<strong>di</strong>naria massa <strong>di</strong> colore delle in<strong>fiore</strong>scenze<br />

caratterizzate dai sepali vistosi, nelle tinte più delicate o più cupe e brillanti.<br />

Comunque, a parte le doti ornamentali delle varietà ottenute dall’uomo per<br />

incroci o ibridazioni artificiali, rimane l’inimitabile bellezza dell’argentea apparizione<br />

d’autunno-inverno dei portasemi delle clemati<strong>di</strong> alpine che nel monotono<br />

grigiore del bosco acquistano il valore <strong>di</strong> un riflesso <strong>di</strong> luce, <strong>di</strong> una spruzzata<br />

d’argento che gareggia in grazia con quella <strong>della</strong> brina o con le prime tracce<br />

<strong>di</strong> neve sulle foglie secche, sul muschio che fa da cuscino alla base degli alberi<br />

e dei cespugli.<br />

Uno dei mille inimitabili «momenti» <strong>di</strong> bellezza che la Natura sa donarci, seppure<br />

nella stagione meno propizia, quasi a confermare il continuo miracolo<br />

<strong>della</strong> Creazione, quasi a suggerirci un nuovo motivo <strong>di</strong> riflessione, un nuovo<br />

spunto per sentirci umilmente partecipi <strong>della</strong> straor<strong>di</strong>naria avventura che si<br />

chiama vita.<br />

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