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L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

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«Non pensare <strong>di</strong> coltivarla in<br />

giar<strong>di</strong>no; lasciala vivere libera<br />

dove si respira odore <strong>di</strong> muschio e<br />

<strong>di</strong> montagna. Lasciale godere tutto<br />

questo incanto».<br />

Geremia Hoechts<br />

La polmonaria invi<strong>di</strong>a l’arcobaleno<br />

Ormai è da parecchie pagine che parliamo delle corolle che si schiudono sui<br />

monti, a <strong>di</strong>verse altitu<strong>di</strong>ni, nelle situazioni ambientali più varie, e ci siamo resi<br />

conto che la loro bellezza non è mai appariscente, ma perciò ancor più preziosa,<br />

in virtù <strong>di</strong> una forma perfetta, <strong>di</strong> colori stupen<strong>di</strong>, <strong>di</strong> particolari che, osservati<br />

con la lente, rivelano un mondo minuscolo e misterioso, suggestivo e impreve<strong>di</strong>bile,<br />

dove il miracolo <strong>della</strong> vita si rivela e si rinnova in proporzioni microscopiche.<br />

Colore, bellezza e profumo in fiori che spesso non superano il<br />

<strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> pochi millimetri e, per imporsi, per sopravvivere, non trovano <strong>di</strong><br />

meglio che riunirsi in compatte in<strong>fiore</strong>scenze, come la nigritella, per esempio,<br />

la più profumata delle nostre orchidee spontanee, che per attirare gli insetti<br />

odora acutamente <strong>di</strong> vaniglia come alcune specie tropicali. Allo stesso scopo,<br />

altre piante alpine imitano la forma degli insetti pronubi, quelli incaricati <strong>di</strong><br />

celebrare le nozze tra l’una e l’altra corolla, ricreando con la fragilità dei petali<br />

la livrea <strong>di</strong> api, vespe, calabroni, ragni, bombici e mosche. Esiste persino<br />

un’orchidea, I’Orchis simia, che nelle corolle ospita il simulacro <strong>di</strong> una scimmietta<br />

ritagliato nel labello rosso cupo che sporge appena, quasi volesse mostrarsi<br />

e non mostrarsi. La ragione <strong>di</strong> questo ennesimo mimetismo floreale, è<br />

davvero misteriosa e non trova una spiegazione logica. Ma poi è necessario<br />

spiegarci ogni cosa in modo razionale? La fantasia, allora, cosa starebbe a fare?<br />

Ebbene, visto che abbiamo scomodato questa parte <strong>della</strong> nostra mente, sinonimo<br />

<strong>di</strong> libertà, <strong>di</strong> anticonformismo, <strong>di</strong> creatività senza limite, possiamo prendere<br />

ad esempio una pianticella alpina che in fatto <strong>di</strong> fantasia non è seconda<br />

ad alcuno. Stiamo parlando <strong>della</strong> Pulmonaria officinalis, una specie perenne alta<br />

un palmo, che vive sui monti, nei boschi interrotti da radure, sino a 1000 metri<br />

<strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne. Ha il fusto coperto da peluria e rade foglie tomentose punteggiate<br />

<strong>di</strong> bianco, <strong>di</strong> forma ovale oppure cuoriforme.<br />

Sin qui nulla <strong>di</strong> particolare e il nostro interesse si sposta ad osservare i fiori<br />

<strong>della</strong> polmonaria, che è anche una pianta dalle molte virtù officinali. La polmonaria<br />

appartiene alla stessa famiglia dei nontiscordar<strong>di</strong>mé, ma le corolle delle<br />

due piante <strong>di</strong>fferiscono nella forma e, soprattutto nel colore, teneramente azzurro,<br />

rosa-confetto o bianco nel Myosotis, rossi non appena si schiudono nella<br />

Pulmonaria e poi trascoloranti con lentezza nel blu-viola sin quando appassiscono.<br />

È evidente che questi fiori, riuniti in cime terminali, non si aprono tutti<br />

nello stesso momento e, per questa ragione, la pianta presenta molte corolle<br />

in <strong>di</strong>fferenti tonalità <strong>di</strong> colore e in sfumature indefinibili, che occupano la banda<br />

del rosso, del blu, del viola, del porpora. Un riflesso <strong>di</strong> arcobaleno limitato<br />

a una breve gamma cromatica che dona alla polmonaria una grazia inconfon<strong>di</strong>bile,<br />

un rilievo del tutto particolare nell’insieme <strong>di</strong> verde e <strong>di</strong> colori che si<br />

chiama bosco, che si chiama vegetazione spontanea presente fra la pianura<br />

e i 1000 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne.<br />

A parte l’in<strong>di</strong>scutibile bellezza dei fiori la Pulmonana officinalis, come recita<br />

il suo stesso nome, è stata considerata per secoli un valido rime<strong>di</strong>o contro<br />

la tubercolosi, semplicemente perché le sue foglie picchiettate <strong>di</strong> bianco<br />

richiamano l’immagine <strong>di</strong> un polmone ammalato. Può sembrare assurdo,<br />

ma è stato così e soltanto dopo il 1850 la Tbc è stata affrontata con sistemi<br />

ben più vali<strong>di</strong> e scientificamente provati. Questo non toglie che la polmonaria,<br />

detta anche salvia <strong>di</strong> Gerusalemme, erba macchiata, borrana selvatica,<br />

non possieda qualche buona virtù curativa, come sudorifero, espettorante,<br />

<strong>di</strong>uretico e per guarire lievi forme <strong>di</strong> dermatosi. Ma per noi la polmonaria ha<br />

in serbo particolari caratteristiche morfologiche da Guinness botanico: infatti,<br />

la polmonaria – imitata in questo soltanto dalla salcerella – per il timore<br />

<strong>di</strong> non essere propagata in misura sufficiente, ha pensato <strong>di</strong> proporre agli<br />

insetti tre tipi <strong>di</strong> <strong>fiore</strong>, dalla struttura <strong>di</strong>fferente, con “stili”<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse lunghezze e stami irregolari. Come risul­<br />

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