L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio
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Artemisia<br />
glacialis.<br />
Artemisia spicata.<br />
SCHEDA BOTANICA<br />
Nome scientifico: Artemisia glacialis, mutellina<br />
e spicata<br />
Nomi popolari: genepì delle Alpi, genepì<br />
femmina, genepì maggiore, genepì bianco,<br />
genepì nero, genepì maschio<br />
Origine: zone montuose dell’Europa<br />
meri<strong>di</strong>onale<br />
Famiglia: Composite<br />
Fiori: minuscoli, giallo-ver<strong>di</strong>, riuniti in piccoli<br />
capolini quasi sferici riuniti in ciuffi al sommo<br />
degli steli, oppure <strong>di</strong>sposti all’ascella delle<br />
foglie. Emanano un forte aroma. Molto ricercati<br />
dalle api<br />
Caratteristiche: erbacee perenni, alte da 5 a<br />
15 centimetri, con foglie sud<strong>di</strong>vise in sottili<br />
lacinie, <strong>di</strong> color bianco-argento, coperte da<br />
peluria setosa, che ha lo scopo <strong>di</strong> proteggere<br />
le piante dal freddo. Queste tre artemisie si<br />
<strong>di</strong>spongono a tappeto e spesso raggiungono il<br />
bordo dei ghiacciai. Sono fortemente<br />
aromatiche. Sotto l’aspetto curativo devono<br />
essere usate con precauzione e nelle dosi<br />
prescritte<br />
Etimologia: il nome ricorda quello <strong>di</strong> Artemis,<br />
ossia Diana, dea <strong>della</strong> giovinezza e <strong>della</strong><br />
caccia<br />
Un’ultima annotazione; spesso il vero genepì viene sostituito dall’erba iva<br />
(Achillea moschata), altrettanto efficace, e da usare con minor precauzione<br />
perché non presenta pericoli <strong>di</strong> sorta.<br />
I piccoli rime<strong>di</strong><br />
A parte l’antico uso del genepì, inteso come liquore, per curare i postumi del<br />
congelamento, ricor<strong>di</strong>amo che l’Artemisia glacialis, la spicata e la mutellina<br />
vantano soprattutto proprietà <strong>di</strong>gestive, sudorifere, toniche per il sistema<br />
nervoso e anche stimolanti per l’appetito. Le “preparazioni” più consigliate<br />
sono:<br />
– tisana: si prepara con due grammi <strong>di</strong> sommità fiorite <strong>di</strong> genepì ogni 100 grammi<br />
<strong>di</strong> acqua e se ne prendono tre o quattro bicchierini al giorno per dare tono<br />
al sistema nervoso e anche per abbassare la febbre;<br />
– vino aromatico: si ottiene in modo molto semplice, mettendo quattro grammi<br />
<strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> Artemisia glacialis in un litro <strong>di</strong> vino bianco secco e lasciando<br />
riposare il tutto per due settimane. È consigliabile tenere la bottiglia nel frigorifero.<br />
Infine, filtrare e bere un bicchierino <strong>di</strong> questo vino leggermente<br />
amaro dopo i pasti a scopo <strong>di</strong>gestivo. Se invece del vino, per questa preparazione<br />
si usa del marsala, ne deriva una bevanda da prendere a bicchierini<br />
prima dei pasti, come aperitivo;<br />
– grappa: l’Artemisia glacialis, la spicata e la mutellina, ossia i tre genepì che<br />
crescono sulle nostre montagne, possono essere utilizzate per dare aroma<br />
e valore terapeutico all’acquavite che poi si <strong>di</strong>mostra efficace per combattere<br />
il “mal <strong>di</strong> montagna”, ossia lo stor<strong>di</strong>mento seguito da capogiri e vertigine che<br />
colpisce parecchie persone, soprattutto alle prime arrampicate. Per preparare<br />
questa grappa me<strong>di</strong>cinale, basta mettere cinque o sei grammi <strong>di</strong> sommità<br />
fiorite <strong>di</strong> genepì in una bottiglia <strong>di</strong> acquavite e lasciar macerare per una ventina<br />
<strong>di</strong> giorni o anche più a lungo, come si fa con la Ruta graveolens. La grappa,<br />
così aromatizzata, oltre a far cessare i <strong>di</strong>sturbi del “mal <strong>di</strong> montagna”,<br />
esercita un’azione corroborante e serve ad attenuare stanchezza e depressione<br />
dopo una fatica, oppure durante gli stati <strong>di</strong> notevole tensione emotiva.<br />
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