L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

Ha un nome che starebbe bene in
una filastrocca infantile e ha una
sua bellezza segreta, sottile, che la
pone tra le specie elette: quelle che
soltanto gli iniziati sanno vedere,
apprezzare ed amare.
Ada Negri
La pimpinella umile quanto benefica
È vero, la pimpinella ha proprio un nome buffo, adatto alla cantilenante, nostalgica
poesia gozzaniana dove ogni immagine, ogni parola acquistano valore di
simboli, di ricordi, di rimpianti.
La pimpinella è proprio una piantina da niente, una filigrana di minuscole foglie
dai margini dentellati, verde chiaro, riunite sino a venticinque elementi
su uno stesso picciolo. Al di sopra delle foglie si erge lo stelo, sottile, glabro
e bruno che si dirama in brevi rametti; in cima ad ognuno compaiono i fiori
davvero insoliti, originalissimi, verdi, sfumati in porpora dove il sole accarezza
i quattro petali disposti in croce.
Queste corolle sono addensate in crocchie compatte, a uovo, che presentano
uno strano fenomeno: i fiori femminili che formano la parte superiore
della testa sono caratterizzati da tre carpelli e tre stimmi a piuma, rosso
cinabro. I fiori della parte mediana sono ermafroditi, quelli della zona inferiore
della crocchia sono maschili e lasciano ricadere da venti a trenta
stami piuttosto lunghi, che terminano con sacchetti pollinici giallo vivo.
Un insieme di straordinaria grazia da cui un orafo di grande abilità potrebbe
ricavare l’ispirazione per un monile davvero insolito. Forse occorre una
lente per ammirare in ogni particolare l’infiorescenza della pimpinella, ma
ne vale la pena; si finisce per scoprire una piccola meraviglia, probabile retaggio
di un’antichissima specie dall’apparato riproduttivo più che insolito,
inventato dalla Natura per assecondare l’opera di chissà quali insetti o,
più probabilmente, per sfruttare al massimo il minimo refolo di vento, la più lieve
delle correnti, adatta a far dondolare il ciuffo di stami e a disperdere il polline.
Qualche granulo andrà a raggiungere gli stimmi delle corolle femminili e
il resto del prezioso seme andrà per l’aria a realizzare il suo compito riproduttivo,
considerando che questi fiori sono privi di nettare e di profumo, quindi
non in grado di attirare particolarmente gli insetti.
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