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L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

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«Dov’è il mio giar<strong>di</strong>no, così colmo<br />

<strong>di</strong> linarie, nasturzi, bocche <strong>di</strong> leone,<br />

garofani e reseda e dove nascevano<br />

tanti dolci castelli in aria, ormai<br />

tutti crollati, e l’azzurro profilo dei<br />

monti che allora, per me,<br />

sorgevano al <strong>di</strong> là del cancello?»<br />

Ottone Edoardo Leopoldo <strong>di</strong> Bismarck<br />

Nella linaria i colori del tramonto<br />

La Natura ci ha abituati alle combinazioni cromatiche più impensabili, ad assonanze<br />

che nessun pittore oserebbe nel timore <strong>di</strong> realizzare contrasti poco<br />

armonici, ad accostamenti <strong>di</strong> così sottile eleganza da tramutarsi in magia. Se<br />

questo è vero per centinaia e centinaia <strong>di</strong> specie, è ancor più vero per molte<br />

piante alpine, nelle quali la modesta <strong>di</strong>mensione è compensata da grande bellezza<br />

<strong>di</strong> forme e sfumature. Se tutto questo è vero per tanti e tanti fiori che vivono<br />

in montagna, ancor più vero per la piccola, deliziosa Linaria alpina, <strong>della</strong><br />

famiglia delle Scrofulariacee, chiamata volgarmente linaiola d’alpe, in francese<br />

linaire des Alpes, in inglese alpine toadflax e in tedesco alpen Leinkraut.<br />

La Linaria alpina appartiene al gruppo <strong>di</strong> specie che vengono chiamate – e con<br />

buona ragione – «migratrici dei detriti»; infatti, essa ama inse<strong>di</strong>arsi sui ghiaioni<br />

mobili, sui terreni alluvionali, sulle morene. Per assorbire umi<strong>di</strong>tà dal profondo,<br />

la linaiola si è... inventata ra<strong>di</strong>ci lunghissime e questo particolare le<br />

consente <strong>di</strong> evitare i tratti erbosi e <strong>di</strong> vivere in aristocratico isolamento abbarbicata<br />

al terreno calcareo-dolomitico, o leggermente acido, a notevole altitu<strong>di</strong>ne:<br />

fra i 1500 e i 3800 metri. Per resistere alle variazioni climatiche e al vento<br />

caratteristico <strong>di</strong> tali quote, la linaiola d’alpe ha messo in atto il semplice accorgimento<br />

dell’associazionismo, riunendosi in piccoli cuscinetti, e neppure<br />

molto fitti, composti da fusticini ramosi e prostrato-<strong>di</strong>ffusi, con<br />

altezza che varia dai 5 ai 20 centimetri.<br />

Le foglie sono piccole, carnose, lineari-spatolate, <strong>di</strong> un delicato<br />

color verde azzurro che fa da sfondo alle in<strong>fiore</strong>scenze che hanno<br />

la forma <strong>di</strong> racemi, brevi e densi posti al termine <strong>di</strong> ogni fusticino.<br />

Ed è qui, a livello delle corolle, che si esprime la magica<br />

bellezza <strong>della</strong> Linaria alpina che da giugno ad agosto dà vita<br />

a piccoli fiori simili a minuscole bocche <strong>di</strong> leone, con cinque<br />

lobi aperti a fauce, terminanti in un lungo sperone nella parte<br />

inferiore <strong>della</strong> corolla tubulosa.<br />

La parte più esterna del <strong>fiore</strong> è <strong>di</strong> un delicato viola-rosa mentre<br />

la gola sfuma in toni <strong>di</strong> arancione intenso. Proprio come accade<br />

al cielo, verso sera, quando il sole riverbera all’orizzonte<br />

sulle striature ametista del tramonto. Un gioco <strong>di</strong> riflessi e<br />

<strong>di</strong> trasparenze rimandati da nuvola a nuvola, accesi dagli ultimi<br />

lampi <strong>di</strong> luce, velati dalla prima ombra. Difficile <strong>di</strong>re<br />

dove inizia una banda <strong>di</strong> colore e dove essa finisce perché<br />

su questa sequenza <strong>di</strong> toni e semitoni si stende un’impalpabile<br />

trama senza colore, ma che è intrisa <strong>di</strong> iridescenze, come<br />

l’aria stessa.<br />

Ecco, i fiori <strong>della</strong> Linaria alpina, che vivono in invi<strong>di</strong>abile solitu<strong>di</strong>ne<br />

a cospetto del cielo, hanno finito per rubare al tramonto il sortilegio<br />

<strong>di</strong> questi colori, non descrivibili sino in fondo perché raramente<br />

la bellezza assoluta trova nelle parole il modo <strong>di</strong> esprimersi, <strong>di</strong> tradursi<br />

in immagini.<br />

Ma forse la bellezza <strong>della</strong> linaiola d’alpe sta anche nella gioia <strong>di</strong> scoprirla,<br />

<strong>di</strong> incontrarla ad altitu<strong>di</strong>ni non in<strong>di</strong>fferenti, in ambienti abbastanza<br />

desolati, tali da non costituire la meta <strong>di</strong> gite turistiche, ma<br />

da rasentare gli itinerari <strong>di</strong> più preciso interesse escursionistico. Quest’area<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione va dai Pirenei al Giura, dalle Alpi all’Appennino<br />

abruzzese, dai Balcani ai Carpazi, in una fascia che comprende le maggiori<br />

elevazioni europee.<br />

A questo punto, per dovere <strong>di</strong> informazione, è giusto ricordare che la Linaria<br />

alpina, così palesemente aristocratica da <strong>di</strong>sdegnare la vicinanza <strong>di</strong> altre<br />

piante, non può rinnegare i suoi parenti più democratici, quelli che accettano<br />

<strong>di</strong> vivere in comunità con le infinite altre specie che vegetano ai limiti dei bo­<br />

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