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L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

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«I suoi fiori, il suo fogliame sono<br />

raccolti in una sorta <strong>di</strong> compatto<br />

cuscino su cui vorrei adagiare il<br />

capo, appoggiare le labbra e,<br />

chiudendo gli occhi, nascondervi il<br />

cuore».<br />

Guido Gozzano<br />

La silene è un cuscino <strong>di</strong> fiori<br />

La chiamano anche in altri mo<strong>di</strong>: cuscino rosa, muschio <strong>di</strong> Campion (dal nome<br />

del naturalista che l’ha classificata) e schiuma fiorita, ma scientificamente è<br />

nota come Silene acaulis, un nome che fa subito pensare a qualcosa <strong>di</strong> piccolo<br />

e <strong>di</strong> silvestre, o forse <strong>di</strong> lunare, se ricor<strong>di</strong>amo Silene personificazione dell’astro<br />

che illumina la notte. Teofrasto – il primo a usare questa denominazione<br />

– ha forse voluto celebrare il <strong>di</strong>o Sileno, grasso e costantemente ebbro <strong>di</strong><br />

vino?<br />

Gli inglesi, poco romantici, definiscono alcune silene, quelle che essudano dagli<br />

steli una sostanza vischiosa, catchfly, acchiappa mosche, mentre i tedeschi le<br />

in<strong>di</strong>cano come Leimkraut. Insomma, un bell’assortimento <strong>di</strong> vocaboli e <strong>di</strong> aggettivi<br />

per una pianticella alta tre o quattro centimetri, non <strong>di</strong> più, ma che rivela<br />

straor<strong>di</strong>nari fenomeni <strong>di</strong> adattamento ambientale e soluzioni... tecnologiche<br />

davvero interessanti.<br />

Ma prima <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> questi particolari, ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> conoscere il genere Silene,<br />

<strong>della</strong> famiglia delle Cariofillacee (la stessa cui appartengono i garofani)<br />

genere che comprende ben trecento specie originarie dell’emisfero settentrionale,<br />

con qualche soggetto che proviene dal Sudafrica.<br />

La Silene acaulis, presente sulle montagne valtellinesi come lungo tutto l’arco<br />

alpino e in qualche zona appenninica, ha compiuto un lungo viaggio nel tempo<br />

e nello spazio per giungere sino al nostro territorio. Infatti, la prima <strong>di</strong>mora<br />

<strong>di</strong> questa pianticella era situata nelle terre boreo-artiche, sia dell’Eurasia, sia<br />

<strong>della</strong> Groenlan<strong>di</strong>a che dell’America; in seguito al fenomeno delle glaciazioni<br />

(qualcosa come seicentomila anni or sono) questo tipo <strong>di</strong> flora è scesa<br />

verso i massicci montuosi dell’Europa centrale e, come relitto artico-alpino,<br />

ha trovato il suo areale lungo una fascia che corre dai Pirenei<br />

ai Balcani, sino ai Carpazi e agli Urali, stabilendosi a una rispettabile<br />

altitu<strong>di</strong>ne, compresa fra 1500 e 3500 metri.<br />

In fatto <strong>di</strong> terreno, le preferenze <strong>della</strong> Silene acaulis sono decisamente<br />

orientate verso i pascoli sassosi, le vallette nivali a substrato acido (ossia<br />

privo <strong>di</strong> calcio, o almeno povero <strong>di</strong> questo elemento), i detriti, le fessure<br />

<strong>della</strong> roccia e del brecciame. Per poter vivere in questa situazione, decisamente<br />

poco favorevole, la silene si è «fabbricata» una lunga ra<strong>di</strong>ce a fittone<br />

che scende nel suolo a cercare nutrimento e umi<strong>di</strong>tà.<br />

La parte aerea si sviluppa in un cuscinetto <strong>di</strong> fusti che non superano, <strong>di</strong> norma,<br />

i cinque centimetri e solo in casi eccezionali raggiungono <strong>di</strong>eci centimetri. Le<br />

foglie si addensano in rosette che formano una superficie compatta sulla quale,<br />

da giugno a settembre, appaiono i minuscoli fiori non più larghi <strong>di</strong> un centimetro,<br />

a cinque petali, in un vivido rosa confetto.<br />

Ne esiste anche una varietà a petali doppi, ma forse la più bella e appariscente<br />

è la Silene acaulis alba dalle corolle can<strong>di</strong>de; a breve <strong>di</strong>stanza sembra proprio<br />

una spruzzata <strong>di</strong> neve su un tappetino <strong>di</strong> muschio. Interessante anche la<br />

Silene acaulis aurea con foglie a riflessi dorati.<br />

È proprio la statura così esigua a mettere la silene in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> poter resistere<br />

al vento e al freddo notturno <strong>della</strong> fascia altimetrica tipica <strong>di</strong> questa specie<br />

che, aderendo al suolo, raccoglie la sia pur minima dose <strong>di</strong> tepore e risente in<br />

modo positivo <strong>della</strong> vicinanza protettiva <strong>di</strong> altre piante o dell’azione frangivento<br />

<strong>di</strong> qualche pietra.<br />

Per intuire quanto sia <strong>di</strong>fficile la vita <strong>della</strong> Silene acaulis, come <strong>di</strong> qualsiasi<br />

specie alpina, basta pensare che un cuscino <strong>di</strong> questo delizioso «muschio <strong>di</strong><br />

Campion» per espandersi sino a coprire un palmo <strong>di</strong> terreno impiega una<br />

quin<strong>di</strong>cina d’anni. Non è <strong>di</strong>fficile capire quale danno si procura alla<br />

montagna ogni volta che incautamente, per una qualsiasi ragione, si<br />

strappa o si calpesta un ciuffo <strong>di</strong> silene. La considerazione vale, è ovvio,<br />

per tutte le specie spontanee, anche delle più minuscole, primo ed es­<br />

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