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L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

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«Tutto quanto è in armonia con te,<br />

o mondo, è in armonia anche con<br />

me. Tutto è frutto per me ciò che<br />

portano le tue stagioni, o Natura.<br />

Fosse pure un piccolo <strong>fiore</strong> tra mille<br />

alberi ed erbe».<br />

Marco Aurelio imperatore<br />

L’azalea alpina nata in America<br />

La Natura, sul filo delle sue leggi, immutabili quanto imperscrutabili, ci ha abituati<br />

a continue sorprese mettendoci <strong>di</strong> fronte a realtà talvolta sconcertanti, in<br />

contrasto con i parametri fred<strong>di</strong> e standar<strong>di</strong>zzati <strong>della</strong> logica comune.<br />

Fra i moltissimi casi <strong>di</strong> questo tipo, è da annoverare sicuramente anche il caso<br />

<strong>della</strong> Loiseleuria procumbens <strong>della</strong> famiglia delle Ericacee (sinonimo Azalea<br />

procumbens, Chamaecistus procumbens) comunemente nota come azalea alpina<br />

o azalea nana, azalea delle Alpi e bosso alpino; in francese loseleurie couchée,<br />

in inglese creeping azalea e in tedesco Gemsheide.<br />

Infatti, la Loiseleuria procumbens per arrivare sino alle nostre montagne ha<br />

compiuto quasi il giro del mondo, probabilmente ai tempi dell’ultima glaciazione,<br />

passando dall’America settentrionale al continente euro-asiatico lungo una<br />

strada comprendente la Groenlan<strong>di</strong>a e l’Islanda. Da quest’ultimo territorio un<br />

lungo passo ha portato la Loiseleuria (è l’unica specie coltivata del suo genere)<br />

sui contrafforti montuosi europei, dai Pirenei ai Carpazi e sino ai Balcani,<br />

ovviamente compresa la catena delle Alpi.<br />

La Loiseleuria procumbens è un arboscello prostrato alto da 5 a 20 centimetri,<br />

dai rametti contorti e abbastanza flessibili che finiscono per intrecciarsi fittamente,<br />

sino a formare una specie <strong>di</strong> reticolo sul terreno dei pascoli più sassosi<br />

e lungo il profilo delle rupi esposte al vento, ovunque il substrato terroso<br />

appaia decalcificato e siliceo.<br />

L’altitu<strong>di</strong>ne pre<strong>di</strong>letta dall’azalea delle Alpi, o bosso alpino, e quella compresa<br />

fra 1500 e 2400 metri, con un limite estremo che può toccare i 3000 metri.<br />

La nostra graziosa pianta presenta foglie opposte, non più lunghe <strong>di</strong> 7 millimetri,<br />

coriacee e persistenti, verde intenso e lucide sulla pagina superiore, biancastre<br />

e tomentose su quella inferiore.<br />

I fiori, in gruppi da due a cinque, sono posti all’apice dei rami e presentano una<br />

corolla rosea del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 5 millimetri, campanulata, con il cuore in una sfumatura<br />

più intensa. La fioritura avviene da giugno a luglio, nel momento <strong>di</strong> più<br />

intensa insolazione.<br />

Per completare i dati morfologici essenziali <strong>della</strong> Loiseleuria <strong>di</strong>remo che questo<br />

piccolo arbusto sopporta lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> siccità e sa resistere al<br />

freddo più intenso, sopravvivendo anche a temperature molto<br />

basse, ad<strong>di</strong>rittura a 35-36°C al <strong>di</strong> sotto dello zero.<br />

Abbiamo iniziato la storia dell’azalea delle Alpi facendo cenno<br />

alle apparenti incongruenze dei fenomeni naturali, ma<br />

dobbiamo <strong>di</strong>re che il nostro piccolo bosso alpino è interprete<br />

<strong>di</strong> un’altra singolarità, relativa al suo nome scientifico. Infatti,<br />

è singolare e insolito che in campo botanico si attribuiscano<br />

a una stessa persona due generi <strong>di</strong>fferenti. È accaduto,<br />

invece, al me<strong>di</strong>co e naturalista francese Loiseleur-Deslongchamps<br />

(nato nel 1774 e morto nel 1849) che per i suoi meriti e la sua attività<br />

scientifica ha meritato l’onore <strong>di</strong> dare il suo cognome al genere<br />

Loiseleuria e al genere Longchampia. Per quanto riguarda la Loiseleuria,<br />

le complicazioni non finiscono qui, perché all’inizio<br />

l’unica specie, procumbens, venne attribuita da Linneo – il grande<br />

naturalista svedese considerato il padre <strong>della</strong> sistematica moderna<br />

– al genere Azalea mentre altri stu<strong>di</strong>osi ascrissero questa pianta<br />

fra i rododendri.<br />

È comunque stabilito che la Loiseleuria non è un’azalea e tanto<br />

meno un Rhododendron, ma appartiene a un genere apposito creato<br />

nel 1814 dal Desvaux e de<strong>di</strong>cato, come già abbiamo detto, al me<strong>di</strong>co francese<br />

Loiseleur-Deslongchamps <strong>di</strong> nobile e antica famiglia. Una storia abbastanza<br />

intricata e complessa, tanto più interessante se si pensa alla pianticella<br />

che interpreta la parte <strong>di</strong> protagonista assoluta <strong>della</strong> vicenda comin­<br />

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