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L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

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«...e fu così che ogni stagione ci ha<br />

regalato lo splendore <strong>di</strong> un <strong>fiore</strong> e<br />

una <strong>di</strong>versa carezza del sole, ma<br />

anche l’aroma caldo e intenso delle<br />

foglie <strong>di</strong> un geranio odoroso».<br />

dai Canti <strong>di</strong> Brama<br />

L’erba roberta dalle molte virtù<br />

Alcuni la chiamano geranio odoroso in riferimento all’intenso aroma delle sue<br />

foglie e, anche, al nome scientifico del genere cui appartiene questa erbacea<br />

annuale, ossia Geranium, da non confondere con i Pelargonium che sono i gerani<br />

eretti o ricadenti che si coltivano su balconi e finestre.<br />

I Geranium crescono spontanei sui vecchi muri, tra le rocce e nel sottobosco<br />

sino a 1800 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne, nell’Europa meri<strong>di</strong>onale, in Nordamerica, nell’Asia<br />

del sud e comprendono circa 250 specie. I comuni gerani, invece, o Pelargonium,<br />

contano soltanto 200 specie e provengono dal Sudafrica.<br />

Stabilite queste sostanziali <strong>di</strong>fferenze, ve<strong>di</strong>amo per quale ragione l’erba roberta,<br />

o Geranium robertianum, porta questo nome.<br />

È probabile che robertianum derivi dal latino ruber, rosso, a in<strong>di</strong>care gli stimmi<br />

color porpora che caratterizzano i fiori <strong>di</strong> questa graziosa pianta e il profilo<br />

cremisi che sottolinea la forma delle sue foglie.<br />

Un’altra versione, più dotta, ma forse meno probabile, vede nel termine<br />

robertianum una deformazione <strong>di</strong> rupertianum per ricordare san<br />

Ruperto, vissuto nel VII secolo d.C. e che fu vescovo <strong>di</strong> Strasburgo.<br />

Pare che sia stato proprio san Ruperto a scoprire le virtù terapeutiche<br />

<strong>di</strong> questo Geranium. Sta <strong>di</strong> fatto che nel secolo do<strong>di</strong>cesimo<br />

l’erba roberta entrava in molti me<strong>di</strong>camenti proposti da<br />

un’abbadessa benedettina che sarebbe poi <strong>di</strong>ventata sant’Ildegarda,<br />

che viveva in un monastero presso Bingen, in Germania, e che<br />

<strong>di</strong>resse anche l’abbazia <strong>di</strong> Disibodenberg. Questa santa era nota<br />

per le visioni e per l’efficacia delle pozioni, sempre a base vegetale,<br />

che <strong>di</strong>stribuiva ai pellegrini che affluivano a centinaia al<br />

convento.<br />

A parte l’incertezza sull’etimologia del nome scientifico <strong>della</strong> pianta<br />

<strong>di</strong> cui ci stiamo occupando, è interessante ricordare i nomi che<br />

le vengono attribuiti nelle varie regioni italiane: erba rosséra, gamba<br />

rossa, erba de fogu, cicuta rossa (le sue foglie sono simili, infatti,<br />

a quelle <strong>della</strong> temibile cicuta), roberziana e becco <strong>di</strong> cicogna.<br />

L’ultimo nome impone <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care anche l’origine del termine Geranium,<br />

dal greco gheranos, gru, a causa del frutto che si forma<br />

al centro <strong>di</strong> ogni <strong>fiore</strong> <strong>della</strong> Geraniacee, frutto che si<br />

in<strong>di</strong>ca normalmente come seme, formato da cinque<br />

carpelli (organi femminili <strong>della</strong> corolla) e che<br />

ricorda, nell’insieme, la forma del becco <strong>di</strong> una gru.<br />

È interessante far osservare che l’erba roberta subito<br />

dopo la fioritura conclude il proprio ciclo vitale e appassisce;<br />

quasi tutte le altre annuali, invece, anche se<br />

non rifioriscono conservano le foglie e magari ne emettono<br />

<strong>di</strong> nuove sino all’autunno o alle<br />

soglie dell’inverno.<br />

Rimane da ricordare che il Geranium robertianum<br />

in Francia si chiama geranium<br />

roberte, in Gran Bretagna Red Cranesbill<br />

e in Germania Rot Storchschnabel.<br />

Anche se non stiamo descrivendo l’erba<br />

roberta per vantarne le proprietà curative,<br />

sarebbe ingiusto non riconoscere che essa contiene:<br />

tannino, un olio essenziale responsabile<br />

dell’aroma intenso che caratterizza le sue foglie,<br />

resina, un principio decisamente amaro e<br />

una buona quantità <strong>di</strong> vitamina C.<br />

Un tempo, il Geranium robertianum veniva im­<br />

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