L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio
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«Piccolo <strong>fiore</strong>, bello e misterioso,<br />
dal profumo dolce e ingannevole,<br />
mi ricor<strong>di</strong> la seduzione <strong>di</strong> una<br />
donna infida e affascinante, pronta<br />
ad amare, ma anche a tra<strong>di</strong>re».<br />
F. G. Quevedo y Vilegas<br />
La dafne, bella e pericolosa<br />
I botanici l’hanno chiamata Daphne, lo stesso nome che i Greci davano all’alloro,<br />
o lauro, nome che deriva da quello dell’omonima ninfa oggetto delle amorose<br />
brame <strong>di</strong> Apollo, sottrattasi all’inseguimento del <strong>di</strong>o con uno stratagemma<br />
quanto mai efficace: trasformandosi in una pianta <strong>di</strong> lauro perfettamente<br />
mimetizzata nel folto <strong>di</strong> una macchia boschiva.<br />
Non può accadere altrettanto alla nostra dafne, soprattutto nel periodo <strong>della</strong><br />
fioritura, allorché i suoi rami si coprono <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> vario colore, spesso ancor<br />
prima dell’apparizione delle foglie, con effetto cromatico <strong>di</strong> grande suggestione.<br />
Le varie specie <strong>di</strong> Daphne, che appartengono alla famiglia delle Thymeleaceae,<br />
sono caratterizzate da frutti a drupa, rossi oppure neri, velenosi per la presenza<br />
<strong>di</strong> «dafnina», fenomeno che è particolarmente evidente nella Daphne<br />
laureola, chiamata comunemente olivella, che vive sulle nostre montagne alla<br />
stessa altitu<strong>di</strong>ne del faggio e del castagno. Questa dafne, eccezione in tutto il<br />
genere, fiorisce con mazzetti <strong>di</strong> corolle tubolari verdognole, poco profumate;<br />
la corteccia dei suoi rami viene utilizzata dalla farmacopea popolare per le virtù<br />
vescicatorie e se ne estrae una sostanza gialla che anticamente serviva a tingere<br />
lana e stoffe.<br />
Ma <strong>di</strong>re dafne è ricordare piante assai <strong>di</strong>verse nell’aspetto dalla laureola, decisamente<br />
tipiche del paesaggio alpino, prealpino e appenninico, dove queste<br />
specie<br />
«... appaiono come macchie rosa che sembrano inventate dalla fantasia per<br />
regalare al bosco e alle pietraie un momento <strong>di</strong> magia, un attimo <strong>di</strong> sogno, per<br />
poter credere ancora nel regno degli elfi e delle fate». Così Halsen B. Herwood,<br />
gentile quanto puntuale scrittore <strong>di</strong> argomenti botanici, in una raccolta <strong>di</strong> note<br />
sulla flora dell’Europa meri<strong>di</strong>onale (1859). Ma aggiunge: «E queste stesse piante<br />
denominate “Daphne” si ritrovano nella lontana Asia e vengono utilizzate dai<br />
noma<strong>di</strong> pastori che con il succo tratto dalla corteccia <strong>di</strong> tali arbusti usano dare<br />
delicati colori alle lane per tesserne poi tappeti e stoffe <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssima bellezza<br />
e pregio».<br />
Ecco le dafne sono anche questo, ma soprattutto rappresentano una delle voci<br />
più interessanti del patrimonio boschivo delle nostre valli, a cominciare dalla<br />
Daphne mezereum (forse la più <strong>di</strong>ffusa dopo la laureola) chiamata anche mezereo<br />
o fior <strong>di</strong> stecco, bois gentil e morillon in francese, Common mezereon in<br />
inglese e gemeiner Seidelbast in tedesco. Questa specie fiorisce alla fine dell’inverno,<br />
allo sciogliersi delle nevi, e sino a maggio è possibile ammirare i suoi<br />
rami letteralmente coperti <strong>di</strong> fiori rosa-porpora, in varie tonalità, dal profumo<br />
intenso e dolce.<br />
Gareggia in bellezza con la mezereum la Daphne cneorum o timelea odorosa<br />
(Lauréole odorante, Garland flower, Steinröserl) che è una delle prime piante ad<br />
avvertire il ritorno <strong>della</strong> buona stagione. Si tratta <strong>di</strong> un arbustino compatto,<br />
spesso non più alto <strong>di</strong> un palmo, dai fiori rosso-porpora in ciuffetti apicali che<br />
spiccano come altrettanti fiocchi sul verde intenso delle foglie formanti una<br />
sorta <strong>di</strong> cuscino. Dai fiori <strong>della</strong> timelea si spande nell’aria pura e fresca <strong>della</strong><br />
montagna un aroma persistente, acuto, che assomma la dolcezza <strong>della</strong> vaniglia<br />
all’esotica fragranza del garofano.<br />
Diverso, ma altrettanto intenso, il profumo <strong>della</strong> Daphne striata o dafne<br />
rosa (Daphné strié, Striated Daphned, Gestreifter Siedelbast) che vive fra i<br />
1000 e i 2800 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne, sui terreni rocciosi, in pieno sole e che<br />
richiama nel portamento prostrato e nella forma dei bassi cespugli l’aspetto<br />
dei rododendri. I suoi fiori sono rosa, in fascetti terminali, e appaiono<br />
verso maggio.<br />
Per completare questa passerella <strong>di</strong> silvestri bellezze, ecco la timelea delle<br />
rocce o Daphne petraea (Lauréole des rochers, Rock Mezereon, Felsen<br />
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