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L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

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Potentilla anserina o argentina.<br />

SCHEDA BOTANICA<br />

Nome scientifico: Potentilla<br />

Nomi popolari: persicina, falsa alchemilla,<br />

erba pecorina, fragolaria, cinquefoglie,<br />

fragolaccia, fior d’oro, salvadenti<br />

Origine: Europa meri<strong>di</strong>onale, Africa del nord,<br />

Asia<br />

Famiglia: Rosacee<br />

Fiori: solitari, a cinque petali, bianchi, rosa o<br />

gialli, molto simili alle roselline <strong>di</strong> siepe;<br />

fioritura estiva; ricco ciuffo <strong>di</strong> stami. Sono<br />

ricercati dalle api<br />

Caratteristiche: foglie che ricordano quelle<br />

<strong>della</strong> fragola e che si addensano al piede <strong>di</strong><br />

queste interessanti erbacee perenni, che in<br />

qualche caso assumono consistenza semilegnosa.<br />

Si tratta <strong>di</strong> specie apprezzate per il<br />

valore terapeutico, ma anche per le doti<br />

decorative<br />

Etimologia: dal latino potens, potente, a<br />

in<strong>di</strong>care le virtù curative delle potentille<br />

I princìpi attivi<br />

Le sostanze che rendono così benefiche le tre specie <strong>di</strong> Potentilla appena descritte,<br />

sono parecchie e, soprattutto, sono contenute in queste piante in una<br />

percentuale davvero rimarchevole e ancor più interessante se si pensa alla<br />

fragilità degli steli, delle foglie, <strong>di</strong> ogni parte <strong>della</strong> struttura dell’argentina, <strong>della</strong><br />

tormentilla, del cinquefoglio. Ecco quali sono gli essenziali princìpi attivi delle<br />

potentille, in <strong>di</strong>fferente misura a seconda <strong>della</strong> specie: tannino, resine, amido,<br />

colina, io<strong>di</strong>o, vitamina C, tormentolo, glucoside solforato, flavone.<br />

I piccoli rime<strong>di</strong><br />

Affinché il rizoma delle potentille conservi la maggiore efficacia, si consiglia <strong>di</strong><br />

toglierlo dal terreno in aprile e non appena le nuove foglie consentono <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

senza ombra <strong>di</strong> dubbio la pianta; volendo impiegare solo la parte aerea<br />

dell’esemplare, la raccolta deve essere rimandata a giugno, luglio e agosto,<br />

quando è in atto la piena fioritura. In ogni caso, l’essiccazione del rizoma, ben<br />

ripulito, si effettua al sole, su un’assicella, ritirandolo al tramonto; la parte erbacea<br />

si fa asciugare all’ombra, al caldo, in luogo ventilato.<br />

Ecco le «preparazioni» ottenibili con le potentille:<br />

– infuso: si prepara lasciando due grammi <strong>di</strong> rizoma essiccato <strong>di</strong> tormentilla in<br />

cento grammi <strong>di</strong> acqua bollente per mezz’ora; se ne prendono tre tazzine al<br />

giorno contro i <strong>di</strong>sturbi intestinali e nelle irregolarità del ciclo mestruale;<br />

– decotto: due grammi <strong>di</strong> rizoma <strong>di</strong> cinquefoglio bolliti per un quarto d’ora in<br />

cento grammi d’acqua bastano a ottenere un buon <strong>di</strong>sinfettante per uso<br />

esterno, da usare quando una piaga o una ferita tardano a rimarginarsi. Con<br />

lo stesso decotto si può affrettare la risoluzione <strong>di</strong> ascessi e paterecci;<br />

– vino aromatico: si mettono a macero cinquanta grammi <strong>di</strong> rizoma <strong>di</strong> tormentilla<br />

o <strong>di</strong> cinquefoglio in un litro <strong>di</strong> vino bianco secco per otto giorni; si filtra<br />

e si beve a bicchierini, due o tre al giorno, dopo i pasti e a metà pomeriggio,<br />

a scopo <strong>di</strong>gestivo e anche come ricostituente, per ridare tono e vitalità all’organismo<br />

debilitato;<br />

– tisana: si prepara con le foglie <strong>di</strong> argentina (due grammi ogni cento d’acqua<br />

bollente) lasciando riposare per <strong>di</strong>eci minuti; serve per sciacqui e impacchi,<br />

per <strong>di</strong>sinfettare il cavo orale e per gargarismi.

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